16 Ottobre 2012

Ha ucciso con l’ auto, adesso è in carcere

Ha ucciso con l’ auto, adesso è in carcere

 

SALERNO – È stata una domenica segnata da tre drammatici incidenti quella appena trascorsa nel salernitano. Straziante il caso di Mario Spiotta, il ragazzo ebolitano morto dopo essere stato travolto da un automobilista ubriaco sulla litoranea di Pontecagnano. L’ impatto è avvenuto intorno alle 3 del mattino. Era in compagnia della sua fidanzata, rimasta lievemente ferita, quando Gianluca Avaiano, 45 anni, in questo momento agli arresti presso il carcere di Salerno, lo ha travolto e ucciso. Avaiano è stato bloccato pochi minuti dopo da una volante della polizia che lo ha individuato in via Allende. Inizialmente al conducente dell’ auto erano stati concessi gli arresti domiciliari, decisione che aveva turbato l’ opinione pubblica. A scendere in campo contro il provvedimento il Codacons. «Non è possibile – ha denunciato il vicesegretario nazionale Matteo Marchetti – che non venga condotta in carcere una persona trovata positiva sia al test sull’ alcol che a quello dell’ assunzione di cannabis, aggiungendo a questo l’ omissione di soccorso». Poi, nel pomeriggio di ieri, il pm Guglielmo Valenti ha firmato il provvedimento di carcerazione. Questa mattina alle 10 davanti al gip Emiliana Ascoli si svolgerà l’ udienza per la convalida dell’ arresto. Le accuse per Avaiano sono di omissione di soccorso e omicidio colposo. A perdere la vita domenica sera è stato anche un bambino di San Gregorio Magno, aveva appena 11 anni. La famiglia e il paese sono sotto shock. Antonio è deceduto sul colpo dopo aver disputato una partita di calcio. Si è accasciato sulla porta di casa appena rientrato dall’ allenamento con un gruppo di amici. Stamane sul corpo del ragazzino – ora all’ obitorio dell’ ospedale di Eboli – verrà effettuata l’ autopsia. La polizia potrebbe aver quasi risolto anche il caso che ha segnato un vero e proprio giallo domenica sera in piazza della Concordia a Salerno. Il corpo senza vita di un uomo recuperato dai volontari dell’ Humanitas vicino alla scogliera, potrebbe presto avere un nome. Il cadavere è quello di una persona di circa 60 anni, calvo, dalla corporatura esile, con indosso solo un jeans e una maglietta, con nessun segno di percosse, violenza o ferite da arma da fuoco, né tantomeno oggetti personali come documenti o fede al dito. Elementi che hanno reso difficile risalire alla sua identità. Si è trattato di un recupero rischioso anche perché a causa della pioggia, del mare mosso e del forte vento, la motovedetta della Guardia costiera non si è potuta avvicinare alla scogliera. R. R. RIPRODUZIONE RISERVATA.

 

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