11 Gennaio 2012

>>>ANSA/ TAXI, DA BOLOGNA PARTE PROTESTA, BLOCCO NAZIONALE IL 23  

>>>ANSA/ TAXI, DA BOLOGNA PARTE PROTESTA, BLOCCO NAZIONALE IL 23
  TENTANO IL BIS DOPO IL 2006.BASE UN PO’ DELUSA,E FINO A LUNEDI’?
 

BOLOGNA
(di Michela Suglia). (ANSA) – BOLOGNA, 11 GEN – Nel 2006 hanno vinto contro le lenzuolate di Bersani. Ora la ‘casta dei poracci’ (così si sono definiti provocatoriamente) ci riprova, e lo fa da Bologna. Parte da qui la marcia dei tassisti italiani contro lo spauracchio delle liberalizzazioni del governo Monti: Lunedì con un’assemblea al Circo Massimo a Roma e una settimana dopo, il 23, con lo sciopero nazionale. Così ha deciso il ‘Parlamentino’ nazionale di 19 sigle fra sindacati e cooperative del settore, riunito a Bologna e allargato per l’occasione. Più di sei ore per trovare una linea comune, sofferta e faticosa, tra oltranzisti pronti allo sciopero-subito e rappresentanti sindacali più morbidi che, pur contrari alle nuove licenze, avrebbero voluto incontrare il governo mettendo sul piatto un carnet di proposte. Ed è proprio la ‘base’ a scaldarsi non appena gli autisti, circa 150 provenienti da più regioni, ha riempito una sala del palazzone Legacoop alle 10.30. A fare la voce grossa soprattutto i romani. "Siamo pronti a scendere in piazza e manifestare contro questo governo che ci sta sfondando il cranio", urla un autista di Fiumicino. "Non si tratta", sentenzia qualcun altro. Subito dopo la rabbia si è spostata contro i giornalisti, accusati di non raccontare la verità ("Siete voi la vera casta!") e invitati a uscire dalla sala anche con toni spicci. Ma per la maggioranza il rischio è di uscire dall’incontro divisi o ancora più malvisti dall’opinione pubblica. "Non si può pensare di andare come l’armata Brancaleone!", ammonisce un sindacalista richiamando tutti all’unità: "Dobbiamo restare uniti, è così che nel 2006 abbiamo vinto". A quel punto l’applauso parte immediato e corale. Anche per questo, dopo la pausa pranzo la discussione è ripresa ma ristretta ai rappresentanti sindacali, chiusi in un’altra sala per oltre due ore. Il risultato è un documento comune: quattro punti in una paginetta per annunciare l’assemblea di Lunedì a Roma con i tassisti liberi dal servizio e lo sciopero del 23. Inoltre, Lunedì per "contrastare i dati falsi sulle licenze" diffusi dall’Antitrust, una delegazione di tassisti andrà alla sede dell’Autorithy. Non è passata, invece, la minaccia dei ‘turni liberi’ caldeggiata dall’Ugl, che resta un’ipotesi al vaglio dell’assemblea. Ma le decisioni non infiammano la ‘base’, che all’annuncio delle iniziative ha rumoreggiato un po’ delusa. "E da ora fino al 16 gennaio cosa facciamo?", urla un tassista di Milano. "Tutto qua??", chiede un altro. Ma per il presidente nazionale di Uritaxi Loreno Bittarelli,"non è poco", sottolineando che "non possiamo portare la gente al massacro, non possiamo rischiare che i tassisti prendano denunce". In fondo, "se il governo decide prima, ci fermiamo tutti", conclude. Ma fuori dal Parlamentino, le distanze con i tassisti restano. A partire dalle associazioni dei consumatori: per il Codacons è "una protesta del tutto infondata", tanto che "non esiteremo a presentare una raffica di denunce in Procura" in caso di blocchi stradali. E per l’Adoc "le liberalizzazioni devono essere adottate in tutti i settori, non è possibile escluderne uno se ci si vuole aprire realmente al libero mercato". Tranchant invece il mondo di Twitter, che lancia un ‘controsciopero’ dei cittadini il 20 gennaio che in serata raggiunge il primo posto nella classifica degli argomenti trattati. ‘Meno taxi per tutti’ è la provocazione. (ANSA).

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