>>>ANSA/ PARMALAT: ASSOLTI BANCHE E MANAGER AL PROCESSO BIS
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fonte:
- Ansa
(di Francesca Brunati)
(ANSA) – MILANO, 18 APR – Tutte assolte le quattro banche e
sei manager imputati a Milano con l’accusa di aver ‘gonfiato’
con false comunicazioni al mercato i titoli della Parmalat e per
aver emesso bond spazzatura facendo credere ai risparmiatori che
il gruppo fosse sano quando in realtà sano non era: era già
travolto da una valanga di debiti che, nel dicembre 2003, al
momento del crac, hanno sfiorato i 15 miliardi di euro.
E’ questo il verdetto con cui i giudici della seconda sezione
penale del Tribunale, presieduti da Gabriella Manfrin, hanno
scagionato Morgan Stanley, Citigroup, Deutsche Bank e Bank of
America, finite sotto processo in base alla legge sulla
responsabilità amministrativa degli enti, così come i sei
manager degli istituti di credito accusati di aggiotaggio. Tutti
assolti o "per non aver commesso il fatto" o perché "il
fatto non sussiste". Una sentenza, quella di stamane, che ha
sollevato molte critiche da parte delle associazioni dei
consumatori truffati, ma che tra i ‘tecnici’ in fondo non era
poi così inaspettata, visto il precedente: il giudizio di primo
e secondo grado – tra non molto arriverà anche quello della
Cassazione – con cui in sostanza Tanzi è stato condannato,
sempre a Milano e sempre per aggiotaggio e altri reati minori, a
10 anni di carcere mentre sono stati assolti i manager di Bofa e
lo stesso istituto americano come responsabile civile.
E così in un aula gremita di avvocati, manager, giornalisti,
fotografi e cameramen, subito dopo la lettura del dispositivo,
sono seguite strette di mano e abbracci tra i legali, mentre i
pm Eugenio Fusco e Carlo Nocerino se ne sono andati scuri in
volto. Tra i piccoli investitori, contando che circa 30 mila
hanno transato con le banche, oltre 2 mila, tanti sono rimasti
come parti civili al processo, non verranno risarciti a meno di
un’azione civile. E questo ha provocato una dura reazione delle
associazioni: il Codacons che ha definito le decisione
"vergognosa" e Adicom, che per voce del segretario generale
Pietro Giordano, ha bollato la sentenza come "scandalosa".
"Una truffa di questo genere – ha sottolineato Giordano – non
sarebbe stata possibile senza la ‘collaborazione’ delle banche
che hanno collocato i titoli".
E se tutti e quattro gli istituti di credito si sono detti
"soddisfatti", perché hanno sempre "agito nel rispetto della
legge e con professionalita" e perché "sono state
riconosciute le nostre ragioni", ancor di più lo sono stati i
difensori: "A 65 anni – ha commentato Nerio Diodà, difensore
di Citigroup – è l’emozione per un grande atto di giustizia
vera. Voglio fare i complimenti al tribunale di Milano che in
una situazione difficile, in cui c’erano pressioni, ha avuto la
forza, la capacità e l’indipendenza per un atto di grande
correttezza. La Procura ha fatto l’impossibile, ma gli elementi
che le difese hanno portato in aula dimostravano
inequivocabilmente l’inesistenza del reato". Sulla stessa linea
Guido Alleva, legale di uno dei manager di Deutsche Bank:
"Questa sentenza – ha affermato – dimostra ancora una volta l’
indipendenza e la libertà di giudizio della magistratura
giudicante milanese. A parer mio crolla il teorema che voleva le
banche con il ruolo preconcetto di responsabili nel crac
Parmalat e che vi fosse pertanto una comunanza di interessi con
il gruppo di Collecchio laddove, invece, ho sempre sostenuto,
che gli interessi delle banche fossero in gran parte in
conflitto con quelli dell’azienda".
Il perché i giudici sono arrivati ad assolvere tutti gli
imputati lo si sparà fra 90 giorni, tanto ci vorrà per il
deposito delle motivazioni, anche se par di capire che il
Tribunale, pur riconoscendo l’esistenza del reato di
aggiotaggio, abbia ritenuto non ci sia la prova del concorso tra
gli ex vertici del gruppo con le banche e i banchieri. Intanto
in Procura il verdetto di oggi ha lasciato l’amaro in bocca
anche se è stata rivendicata la doverosità dell’indagine che
comunque in passato ha visto patteggiare Nextra e Ubs. I pm non
sanno ancora se impugneranno in quanto, prima dell’avvio del
processo di secondo grado tutto sarà ‘cancellato’ dalla
prescrizione. (ANSA).
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