22 Ottobre 2021

Green pass, inchiesta sui certificati per malattia. Boom del 21,4%, Procure al lavoro su esposto Codacons

Boom di certificati di malattia nel giorno di entrata in vigore del green pass. La contestualità non è prova, ma quanto meno è un indizio. Il dato è eclatante: il 15 ottobre +21,4% di attestati medici, l’impennata maggiore in Emilia Romagna e Piemonte. Così il boom di certificati per malattia presentati sui luoghi di lavoro dalla data di ingresso delle norme sul certificato verde obbligatorio sui luoghi di lavoro finisce al vaglio delle Procure della Repubblica di tutta Italia.

Ad innescare l’azione della magistratura requirente è stato il Codacons, che ha deciso infatti di fare chiarezza «sull’abnorme crescita delle certificazioni per malattia presentate dai lavoratori italiani a far data dal 15 ottobre, numeri che potrebbero realizzare veri e propri reati, come quello di falso ideologico e truffa aggravata». Scrive infatti il coordinamento delle associazioni di difesa dei consumatori: «Si apprende oggi che il primo giorno dell’entrata in vigore del Green pass, venerdì 15 ottobre, i certificati per malattia presentati dai lavoratori pubblici e privati sono stati in tutto 93.322 contro i 76.836 del precedente venerdì, con una abnorme crescita del +21,4% – spiega nel dettaglio il Codacons -. Lunedì 18 ottobre i certificati sono arrivati a 152.780, con un incremento del 14,6% rispetto alla settimana precedente».

Il raddoppio dei certificati in Emilia Romagna

Gli aumenti maggiori si registrano in Piemonte (13.805 certificati l’11 ottobre, 16.678 il 18 ottobre, +20,8%), Lombardia (da 32.965 certificati di lunedì 11 ottobre ai 38.061 di lunedì 18, +15,4%). Impietosi i numeri di lunedì 18 rapportati a venerdì 15 in Veneto (8.886 certificati venerdì 15 ottobre, 18.795 il 18 ottobre); più che raddoppiati anche in Emilia-Romagna: 9.659 il 15 ottobre, saliti a 20.589 il lunedì successivo. «Il sospetto è che molti lavoratori, non disponendo di Green pass e non volendo ricorrere al tampone, abbiano scelto di mettersi in malattia allo scopo di non recarsi al lavoro e non subire le sanzioni previste per i dipendenti pubblici e privati privi di certificazione sanitaria – spiega il Codacons – Malattie con ogni probabilità inesistenti che producono un danno per le casse dell’Inps e potrebbero realizzare reati sia da parte dei lavoratori, sia dei medici che hanno firmato certificati falsi».

 

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