26 Ottobre 2018

GOVERNO GIALLOVERDE,PRIMO VENERDÌ NERO:MA UNA VERTENZA NON C’ È

SEGUE DALLA PRIMA Come al solito non è dato prevedere la reale incidenza dello sciopero perché si ripete il meccanismo della «pesca a strascico», le sigle organizzatrici puntano proprio sul venerdì per aumentare sul campo la loro reale (ed esigua) rappresentatività. Oltre al vecchio copione stavolta però c’ è una novità: è il primo venerdì nero indetto nella stagione del governo populista. Qualcuno, all’ opposizione, potrebbe ghignare, adottare la modalità popcorn e venir fuori con l’ idea «adesso vediamo come se la cavano loro» ma in realtà mai come questa volta chiodo non scaccia chiodo. Basta andare a leggere i punti-chiave della piattaforma dello sciopero: abolizione del jobs act, reddito garantito proporzionato a una riduzione dell’ orario, abolizione della quota 100 e pensionamento automatico a 65 anni o con 35 anni di contributi. In sostanza lo schema dei Cub ricalca l’ agenda governativa e la estremizza negli obiettivi ma ne condivide e ne recepisce la filosofia di fondo. Il guaio è che questo supporto avviene a scapito degli utenti – lasciati a piedi – e in particolare di quei settori popolari che non possono permettersi il taxi. In più Cub e Cobas cercano forse con questa mossa di copiare Codacons e Coldiretti mettendo in campo un’ iniziativa di conflitto sindacale destinata però a favorire il gioco politico del governo gialloverde. Per farla breve siamo in presenza di un guazzabuglio di cui avremmo fatto volentieri a meno perché in ballo non c’ è una vertenza concreta sulla condizione dei lavoratori del trasporto ma si usano ancora una volta i viaggiatori come carne da macello da servire di venerdì.
dario di vico

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