Gomorra senza Oscar, il silenzio della politica
-
fonte:
- L`Eco di Bergamo
Di sicuro, c’è solo che l’hanno fatto fuori. E con un tempismo perfetto: un attimo prima che fosse troppo tardi. Ma è mistero fitto sulle ragioni che hanno portato all’esclusione di Gomorra dalla corsa agli Oscar nella categoria «miglior film straniero». Di solito, il problema delle pellicole italiane quando sbarcano al di là dell’Oceano è quello di non riuscire a farsi conoscere abbastanza (era accaduto con La stanza del figlio di Nanni Moretti), ma questo non vale per il film di Matteo Garrone, che strategicamente era stato fatto uscire nelle sale Usa a metà dicembre (tempistica perfetta) e aveva già ricevuto il sostegno pieno ed esplicito di Martin Scorsese, nientedimeno. Che la bocciatura sia strana, del resto, lo prova anche la sorpresa manifestata dalle riviste specializzate americane. Hollywood Reporter, con Variety la più autorevole del settore negli Stati Uniti, ha scritto: «L’assenza di Gomorra farà sì che le discussioni sul sistema di selezione della categoria "miglior film straniero" continueranno ancora». In effetti, non è la prima volta che il meccanismo di scelta usato dall’Academy fa discutere. Due anni fa rimase fuori 4 mesi, 3 settimane e due giorni, il film romeno vincitore del Festival di Cannes. In attesa di conoscere le motivazioni, possiamo solo dire che la pre-selezione delle 67 pellicole iniziali in lizza per gli Oscar è avvenuta col voto di alcune centinaia di membri dell’Academy (che dovevano scegliere sei film) e di una cosiddetta Commissione per il Film in lingua straniera (che doveva scegliere altre tre pellicole). Peraltro, dispiace vedere che le reazioni alla notizia siano state ? a dir poco ? molto tiepide. Il mondo della politica si è distinto per il silenzio, quello della cultura non ha fatto molto di più. Davvero risibile, in particolare, il commento secondo il quale «l’esclusione è giusta perché Gomorra è un documentario, non un film». Ora, finché certe cose le dice il Codacons (Comitato consumatori), si può anche sorridere, ma se le dice Vittorio Cecchi Gori, che di mestiere fa il produttore cinematografico, il sorriso diventa amaro. Prima di tutto, diciamo subito che, pur adottando alcune tecniche proprie del genere, Gomorra non è affatto un documentario. Inoltre, e provocatoriamente (ma nemmeno tanto), ci vien voglia di dire che se il metro di giudizio è la «quantità» di cronaca presente nella pellicola, allora il film israeliano che ha appena vinto i Golden Globe, Valzer con Bashir, è molto, molto più «documentario» di Gomorra. L’avevamo già scritto all’indomani della sconfitta ai Golden Globe e lo ripetiamo: il film israeliano è bellissimo e merita tutti i premi che vincerà. Ma Gomorra aveva tutto il diritto di gareggiare con lui nella corsa all’Oscar.
-
Sezioni:
- Rassegna Stampa
-
Aree Tematiche:
- SPETTACOLO & MODA
-
Tags: cinema, film, Gomorra, matteo garrone, oscar, vittorio cecchi gori