8 Aprile 2008

GLI INTERESSATI…

GLI INTERESSATI sono circa 1700. Medici che oggi hanno tra i cinquanta e i sessant’anni. Molti sono professionisti affermati: dirigono cliniche, occupano prestigiose cattedre all’Università, sono volti famosi a livello internazionale. Tra il 1982 e il 1991, però, erano semplici specializzandi: avevano appena conseguito la laurea e seguivano il tirocinio nelle corsie di Monteluce. Gli orari, le responsabilità e l’impegno erano gli stessi dei medici di ruolo, ma i giovani dottori non prendevano una lira. Ora, a distanza di decenni, scoppia il caso che può far saltare il bilancio della sanità pubblica in Umbria: quei 1700 specializzandi di allora possono presentare ricorso in Tribunale chiedendo il pagamento di stipendi ai quali avrebbero avuto diritto, ma che non sono mai stati versati. Si parla di circa 40mila netti euro a testa, 80 milioni delle lire di allora. Se tutti i professionisti dovessero decidere di far causa allo Stato e vincessero il ricorso, il conto da pagare per il servizio sanitario pubblico sarebbe molto pesante: 6 milioni 800mila euro netti, ai quali andrebbero aggiunti i contributi e gli interessi. In tutto non meno di undici milioni di esborso. A FAR SALTARE il tappo su una vicenda sinora dimenticata è stato il comitato umbro del Codacons. "Stiamo avviando la più grande vertenza collettiva mai promossa nella Regione " spiegano i vertici dell’associazione dei consumatori  "Ci sono 1700 medici che hanno lavorato, dal 1982 al 1991, nelle corsie ospedaliere e universitarie del Policlinico di Monteluce senza ricevere il compenso che spettava loro negli anni di specializzazione. Nel 1982, una direttiva europea stabilì infatti in favore dei medici il diritto a ricevere un’adeguata remunerazione per il periodo di tirocinio. I nostri medici, invece, hanno lavorato gratis a Monteluce per tutti quegli anni post-laurea. La direttiva venne recepita in Italia solo nel 1991, senza nulla riconoscere ai professionisti negli anni accademici che vanno dal 1982 al 1991". IL CODACONS cita anche le successive sentenze (1999 e 2000) della Corte di Giustizia europea, per poi riprendere analoghe decisioni della Corte di Cassazione, "che hanno riconosciuto il diritto dei medici italiani che hanno frequentato le scuole di specializzazione tra l’82 e il ’91 a ricevere dallo Stato italiano adeguata remunerazione". Così è maturata la decisione della class action, il ricorso collettivo per ottenere il versamento degli stipendi e dei contributi pregressi. "Mettiamo a disposizione dei medici uno staff legale al numero verde 199.36.36.06" spiega il Codacons "Già più di cento professionisti umbri hanno aderito alla nostra azione, ma invitiamo tutti coloro che ne hanno diritto a partecipare all’iniziativa". L’associazione teme un ‘colpo di spugna’: "C’è tempo sino al 2009 per agire, ma già nella passata legislatura tra senatori presentarono un disegno di legge nel quale si cancellavano i diritti dei medici specializzanzi, prevedendo un risarcimento forfettario di appena settemila euro a testa. Invece lo Stato deve pagare molto di più. Andremo sino in fondo".

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