20 Giugno 2013

Gli antifurto al supermercato: non stiamo esagerando?

Gli antifurto al supermercato: non stiamo esagerando?

La signora Emma G. al supermercato: ultimata la spesa si avvia alla cassa ma un addetto la invita a mettere la sua borsa dentro una busta speciale, «di sicurezza», che le porge deciso. La cliente protesta col direttore il quale replica dicendo che «si verificano troppi furti tra gli scaffali e quindi noi siamo costretti…». Emma G., allora, scrive a un giornale: «Mi sono sentita umiliata». Be’, francamente questa lettrice ha ragione. Ne ho parlato con Marco Donzelli, presidente del Codacons, che non esita a definirlo un sopruso: «Si tratta di un comportamento tanto abnorme quanto inutile, considerato che esistono altre forme di prevenzione per i furti molto meno invasive e più efficaci; e tuttavia non illegale, dato che il consumatore entra volontariamente nel supermercato». Già, altre forme di prevenzione. In ogni negozio le telecamere pedinano il cliente e memorizzano i suoi gesti. Spesso i carrelli della spesa sono dotati di microchip, che registrano il nostro percorso tra gli scaffali. E poi gli allarmi che scattano ad ogni sospiro, i detective in borghese. C’ è davvero bisogno della «busta di sicurezza»? Dice: ma la sorveglianza è indispensabile, ogni anno il taccheggio nei supermercati solo a Milano produce danni per 20 milioni di euro. Vero. Forse però adesso stiamo esagerando. RIPRODUZIONE RISERVATA.

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