Giudice di pace, uffici senza rete internet e con poco personale

FRANCAVILLA. Il Codacons denuncia lo sfascio dell’ufficio del giudice di pace di Francavilla. «La situazione di abbandono in cui versano tutti gli uffici del giudice di pace italiani, depauperati quotidianamente di risorse umane e materiali, a Francavilla oramai è vicina al collasso», afferma Vittorio Ruggieri, vice-coordinatore regionale dell’associazione a tutela dei consumatori. «Da tempo, infatti», aggiunge, «il giudice di pace rimasto deve far fronte da solo, con un organico ridotto al lumicino, alle numerose controversie civili e penali di propria competenza in una situazione di grande disagio», incalza il rappresentante dei consumatori. «In questo momento, infatti, l’ufficio va avanti con tre dipendenti, ma presto potrebbero diventare due, e con un dirigente che di fatto lavora stabilmente presso l’ufficio del giudice di pace di Pescara, nonostante una mole di lavoro che sicuramente richiederebbe più personale». I problemi non finiscono qui. «Nonostante la città sia dotata di banda larga da oltre un lustro, l’ufficio del giudice di pace di Francavilla è ancora sprovvisto di collegamento a internet», lamenta Ruggieri, «con conseguenti difficoltà di lavoro indicibili perfino nella semplice comunicazione dei provvedimenti, con enorme spreco economico per le spedizioni a mezzo fax e postale, oltre che di tempo. Qualche giorno fa», racconta ancora il responsabile Codacons, «ho depositato un ricorso in rappresentanza di alcuni cittadini che avevano avuto problemi con una compagnia aerea nel viaggio di ritorno da Dublino a Pescara, avvalendomi di un regolamento comunitario entrato in vigore poco tempo fa, che disciplina le micro controversie transafrontaliere tra consumatori e imprenditori negli Stati della Comunità europea. Bene: il giudice di pace di Francavilla, non può mandare avanti il procedimento perché non ha la possibilità di scaricarsi da internet il formulario che per legge deve essere compilato dall’ufficio, e notificato unitamente al ricorso da parte dei consumatori all’impresa. Ogni commento», concude Ruccieri, «mi pare a questo punto superfluo».

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