Giallo Concordia: “Le porte stagne fanno acqua”
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fonte:
- La Nazione
Cristina Rufini GROSSETO E’ DALL’ INIZIO dell’ inchiesta sul naufragio della Concordia che Codacons accusa Costa Crociere di essere corresponsabile. «Di gravi inadempienze nella messa in sicurezza delle sue navi». Ieri, a Roma, l’ associazione dei consumatori presieduta da Carlo Rienzi ha portato le «prove». Stralci di intercettazioni telefoniche tra alcuni dipendenti della compagnia di navigazione, che si trovano nelle informative dei carabinieri. Il colloquio definito da Rienzi più «inquietante» è tra Cristina Porcelli, dipendente dell’ ufficio legale di Costa (per mesi la misteriosa bionda fotografata accanto a Schettino, il giorno successivo al naufragio) e Paolo Parodi, fleet superintendent dell’ unità di crisi, che è tra gli indagati. Stanno parlando della consegna di una nave con una boccola che «si surriscalda e va male». Parodi spiega come vengono eseguiti i controlli: «Rina fa tutto quello che vuole Fincantieri, puoi decidere di fare delle prove a mare severe, però puoi decidere anche di farle meno severe. Secondo me ? continua ? andrà a finire così, faranno delle prove a mare finte. Perché è interesse di tutti farle finte». Non contento, aggiunge: «Non è manco interesse di Costa. Tieni presente che questo è già successo con una nave, se non sbaglio era il Concordia». PAROLE CHE IERI sono state fatte ascoltare in un audio distribuito da Codacons. In un’ altra intercettazione, invece, due macchinisti che erano sulla Concordia ricordano: «Arrivava acqua sia da sopra che da sotto, la porta stagna non lavorava». «Si capisce che i controlli ? sottolinea Rienzi ? e le successive autorizzazioni sulla messa in sicurezza delle navi non sono stati fatti con la dovuta accortezza. Non vogliamo difendere Schettino, che ha le sue colpe. La nostra è una battaglia di giustizia per evitare altre tragedie». E aggiunge: «Se fossero stati eseguiti gli ordini del comandante, l’ impatto non ci sarebbe stato». All’ incontro erano presenti naufraghi e i legali americani che seguono la class action. Intanto la Procura sta stringendo i tempi. «Entro la fine della settimana ? dichiara il procuratore Francesco Verusio ? depositeremo le richieste di rinvio a giudizio».
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