21 Aprile 2006

Gas e politica, Gazprom ricatta l`Europa

Gas e politica, Gazprom ricatta l`Europa

Forniture verso altri Paesi se verrà ostacolato il suo ingresso. Petrolio ancora record



ALLARME Il “fantasma energia“ si aggira per l`Europa. Nel giorno in cui il Brent, il greggio di riferimento europeo, tocca il suo nuovo massimo storico (74,22 dollari al barile), torna alta la tensione tra Russia e Bruxelles sul fronte del gas, con la vecchia Europa che si scopre improvvisamente troppo vunerabile sul fronte degli approvvigionamenti energetici. Gazprom, il colosso russo del gas, ha infatti ammonito i Paesi dell`Unione a non ostacolare il suo ingresso nei mercati europei della distribuzione del metano. Altrimenti Gazprom minaccia di dirottare le proprie forniture verso altri Paesi, come la Cina e gli Stati Uniti. Immediata la replica di Bruxelles: Ferran Tarradellas, portavoce del commissario Ue all`energia, Andris Piebalgs, ha ricordato che Gazprom deve rispettare i propri impegni commerciali, precisando però che l`Europa “comprende“ che il colosso russo voglia diversificare i propri clienti, guardando anche al di là dell`Europa. In realtà il Vecchio Continente si è scoperto “troppo vulnerabile“ sul fronte energetico. L`allarme è stato lanciato ieri proprio a Bruxelles dall`amministratore delegato dell`Eni, Paolo Scaroni, ospite della Commissione industria, ricerca e energia dell`Europarlamento. “Entro il 2015 – ha ammonito Scaroni – l`Europa dell`energia potrebbe dipendere all`80% da un oligopolio di tre o quattro Paesi produttori: Russia, Norvegia, Algeria e Libia“. Una vulnerabilità che dipende da tre principali fattori, secondo Scaroni: la dipendenza da un piccolo numero di Paesi; la concorrenza tra Paesi consumatori; Paesi produttori sempre più ricchi e forti e che vogliono scendere a valle nella catena del valore e che potrebbero prima o poi – ha ironizzato l`ad dell`Eni – “staccare le bollette al consumatore europeo“. Da qui la necessità di avere in Europa “competitori forti“ e di un “nuovo accordo energetico“ mirato a garantire grande fornitura di gas, bassi prezzi e sicurezza della fornitura. L`Europa dunque, come ha ricordato anche Tarradellas, punta a diversificare i propri fornitori e le rotte lungo le quali il gas e il petrolio giungono ai Paesi dell`Ue. Ma ieri non è stato solo il Brent ha segnare sul mercato londinese quotazioni record. Il Light Crude è stato scambiato sulla piazza di New York a 72,49 dollari. Un prezzo ancora record che si avvicina pericolosamente alla soglia degli 80 dollari al barile, ritenuta dagli esperti del settore il limite oltre il quale l`economia mondiale, oggi in espansione, potrebbe invertire la rotta. Il Pil mondiale è atteso, secondo il Fondo monetario internazionale, in aumento del 4,9% quest`anno e del 4,7% nel 2007. “Ma – ha osservato il direttore del Fmi, Rodrigo de Rato – i prezzi del petrolio rimangono un serio rischio per l`economia globale“. La corsa del petrolio sta intanto producendo pesanti effetti sul costo del pieno di benzina. Secondo i calcoli del Codacons, i prezzi dei carburanti in Italia (arrivati ieri a 1,349 euro al litro per la verde e a 1,223 per il gasolio) sono ai livelli più alti d`Europa. Gli aumenti delle quotazioni del petrolio, dunque, “sembrano avere alla pompa un impatto maggiore in Italia rispetto agli altri Paesi europei“. Ferderconsumatori, da parte sua, ha già fatto i conti e ha calcolato in 232 euro in più all`anno l`aggravio nelle tasche dei consumatori derivante dal caro-carburanti. Per frenare le speculazioni sul prezzo della benzina, l`associazione ritiene “opportuna la costituzione nel prossimo Parlamento di una Commissione di inchiesta con strumenti e sanzioni adeguate“.

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