4 Marzo 2012

Fuori le associazioni dall’incidente probatorio «Non sono parti offese»

Fuori le associazioni dall’incidente probatorio «Non sono parti offese»


di CRISTINA RUFINI «VEDIAMO come va a finire e chi potrà parlare in aula». Sembrava un ammonimento, detto peraltro con la calata maremmana. Una frase pronunciata dall’ avvocato Bruno Leporatti, difensore del comandante Franscesco Schettino, venerdì sera, dopo un’ intera giornata trascorsa a leggere le carte del processo. E il «vediamo» era riferito alle associazioni, molte, che si erano costituite parti offese nel procedimento contro Schettino e gli altri otto indagati. Tutti fuori da questa fase del processo. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari, Valeria Montesarchio, al termine delle eccezioni preliminari sollevate in particolare dall’ avvocato Bruno Leporatti, ma anche dal legale Giulia Bongiorno, presente in aula in rappresentanza della class action di passeggeri e membri dell’ equipaggio e anche dall’ avvocatura di Stato. Codacons, Legambiente, Sos Concordia, Parco dell’ Arcipelago, Confconsumatori, solo per citarne alcune, sono fuori da questa parte del processo. Non sono parti offese. Ed è subito polemica. «E’ INCREDIBILE ? ha commentato l’ avvocato Pier Paolo Lucchese, legale dell’ associazione Sos Concordia formata da centinaia di abitanti del Giglio ? così non è stata applicata la legge. Presenteremo sicuramente ricorso». Commento con polemica del presidente di Codacons Carlo Rienzi. «In questo modo ? ha sottolineato ? si vogliono tenere fuori i cittadini. Ma non è finita e noi aspettiamo di rientrare come parti danneggiate in una fase successiva». Anche se, in base a voci di corridoio, sembra che Rienzi, avvocato, sia già rientrato rappresentando uno dei naufraghi. EVIDENTEMENTE soddisfatto l’ avvocato Leporatti, che ha parlato per circa mezzora dopo la fine dell’ udienza, conclusa alle 17 dopo circa sei ore . «Il giudice ha gestito in modo impeccabile l’ udienza ? ha commentato Leporatti ? a testimonianza che quando la giustizia è in mano a persone capaci, il sistema funziona». Dei cinquanta quesiti che sono stati posti al collegio peritale, Leporatti ha sottolineato l’ accuratezza e la completezza. «Si tratta di punti che abbracciano ? ha aggiunto Leporatti ? tutta la vicenda, come ad esempio la rotta e la velocità tenuta dalla nave, la reazione dopo l’ incidente e anche la valutazione della risposta dell’ unità di crisi rispetto agli eventi». Una perizia complessa e i professionisti hanno a disposizione novanta giorni di tempo per depositarla. «Dubito che accertamenti così complessi ? ha aggiunto il legale ? potranno essere esauriti in un tempo così stretto. Ritengo quindi l’ udienza fissata per il 21 luglio potrebbe slittare. Vedremo». Non è dello stesso avvisto il procuratore capo Francesco Verusio. «Avremmo preferito tempi più brevi ? ha commentato al termine dell’ udienza ? per noi è molto importante chiudere velocemente questa fase delle indagini. Siamo comunque soddisfatti dei quesiti del giudice che ha accolto praticamente tutti quelli proposti dalla Procura. Evidente che per noi è fondamentale la decriptazione della scatola nera: ci aspettiamo conferme alla ricostruzione che abbiamo fatto degli accadimenti in plancia». Ma anche la difesa si aspetta le stesse conferme- «Schettino ha detto la verità ? ha concluso Leporatti, invitando anche a smettere di fare fantascienza su quella sera ? e il video che già abbiamo a disposizione ne è una testimonianza, Attendiamo ulteriori conferme da quanto registrato dal sistema vdr». I PERITI si metteranno al lavoro da venerdì 9, quando si ritroveranno nell’ aula gip del Tribunale per fissare regole e tempi di lavoro. Dovranno terminare in novanta giorni, ma sono possibili proroghe. Tra i quesiti proposti dal gip anche «quali siano stati i controlli effettuati prima della partenza da Civitavecchia, in modo da capire se sono stati svolti in maniera regolare. Il giudice, infine, ha chiesto anche di far luce sull’ equipaggio, per capire se fosse addestrato correttamente». L’ avvocato Salvatore Catalano, legale del primo ufficiale Ciro Ambrosio, nel confermare che il suo assistito «è stato l’ unico a prendere una decisione e a far calare le scialuppe», ha anche sottolineato come «nove indagati per una simile tragedia siano pochi». E potrebbero davvero non essere gli unici.

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