19 Novembre 2006

Fs, scontro sugli aumenti “mascherati“

Un rapporto del Codacons analizza gli effetti dei tagli sulle tratte regionali. L`azienda: abbiamo corretto la manovra, interessati solo pochi percorsi

Fs, scontro sugli aumenti “mascherati“
I consumatori: rincari dallo scambio locali-intercity. Bianchi: più sconti I ritocchi saranno oggetto di un tavolo tecnico tra ministero dell`Economia, Trasporti e gruppo Ferrovie

ROMA – Le associazioni dei consumatori partono all`attacco delle Ferrovie. Perché i rincari annunciati – fino al 20% sui collegamenti Eurostar, Alta velocità e Intercity – non solo non vanno di pari passo con standard di qualità ed efficienza richiesti, ma seguirebbero incrementi “surrettizi già messi in atto da Trenitalia negli ultimi 11 mesi“. E lo stesso ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi pensa di mitigare gli aumenti “chiedendo alle Ferrovie di applicare una serie di provvedimenti tariffari a favore delle fasce più basse“ e predisponendo “un tavolo tecnico col ministero dell`Economia, quello dei Trasporti e le Fs“. Uno studio del Codacons, evidenzia come ci siano già stati dei ritocchi dei prezzi, variazioni di orario e tipologia di treni che colpiscono il mondo dei pendolari. Ad esempio, su alcune linee locali, spiega il Codacons, “l`utente poteva scegliere di metterci un po` di più pagando meno oppure di andare più veloce pagando di più. Oggi tutto questo non è possibile“. Tra i vari esempi viene citato quello della Milano-Alassio: “Questo è il caso “di progetto“, il motivo per cui – secondo l`associazione – è stata messa in piedi tutta la riorganizzazione di orari e percorsi. Fino al novembre 2005 si poteva scegliere di impiegare 3 ore e 34 minuti pagando 11,21 euro, oppure spendere 17,46 euro mettendoci 40 minuti in meno. Da circa un anno però Trenitalia ha cambiato le carte in tavola e l`unico collegamento possibile è quello più costoso, oltre che rincarato di un altro euro per la prenotazione obbligatoria“. Il risultato in questo caso specifico è un risparmio di tempo del 17% al costo maggiorato del 65% rispetto al passato. Tra le accuse anche quella rivolta a Trenitalia di aver “tagliato i collegamenti diretti tra alcune stazioni“. In sostanza diversi pendolari, oggi, oltre a dover pagare di più il servizio sono costretti a cambiare convoglio con tempi di percorrenza più lunghi e coincidenza spesso strettissime, “nell`ordine dei cinque minuti“. Le regioni interessate da questi cambiamenti sono in prevalenza (ma non solo) quelle del Nord: Emilia Romagna, Liguria, Piemonte, Lombardia. Un`altra accusa rivolta al Gruppo ferroviario, è di aver aumentato i prezzi dei supplementi e di molti servizi accessori, comprese le salatissime penali per chi sale senza biglietto. In pratica se le tariffe ordinarie sono rimaste stabili o in leggera crescita nel corso degli ultimi anni, molti incrementi sono stati applicati su voci al di fuori dalle regole dettate dalle norme in vigore. Lo studio del Condacons sottolinea poi come “l`andamento generale mostri una diminuzione del costo reale tra il 1961 e il 1980. Tuttavia, a partire dal 1989 sono aumentati i prezzi sulle distanze minori, fino a 50 km. E in particolare, dal 1993 sono raddoppiati gli oneri del primo scaglione tariffario fino a 10 km“. Dalle Ferrovie però viene sottolineato che “si tratta di obiezioni che non corrispondono al vero. Nella maggior parte dei casi gli Intercity sono andati ad aggiungersi all`offerta dei treni Interregionali, che le successive modifiche dell`orario hanno peraltro reinserito in quei pochi tratti dove erano stati sostituiti dagli Intercity. Inoltre – spiegano le Fs – le tariffe ferroviarie dei treni a lunga e media percorrenza sono ferme dal 2001, non hanno quindi subito, fino ad oggi, nessun tipo di aumento“. Ma non si placano le polemiche sugli rincari in arrivo da gennaio: “Più che toccare le tariffe, occorre aumentare la concorrenza e consentire l`ingresso di nuovi operatori alternativi a Trenitalia“, insistono Adusbef e Codacons, associazioni che si dicono “pronte a ricorrere al Tar del Lazio“. E la Federconsumatori chiede al governo di trovare le risorse necessarie al risanamento di Trenitalia “con le imposte che gravano sulla benzina, non certo con i biglietti più cari“.

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