Fs, Moretti sfida il governo più soldi o addio Intercity
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fonte:
- Il Fatto Quotidiano
Olo Stato tira fuori un altro po’ di soldi o molti treni Intercity vengono soppressi. A muso duro l’ amministratore delle Ferrovie Mauro Moretti sottopone al suo azionista pubblico l’ ennesimo prendere o lasciare. La soppressione degli Intercity per la verità è già cominciata, anche se in sordina, senza che nessuno avesse comunicato alcunché. Un mese fa le Ferrovie hanno cancellato i primi due Intercity: la coppia 586 e 587 in partenza da Roma alle 9 e 40 del mattino con arrivo a Milano alle 4 e un quarto del pomeriggio e il convoglio che partiva da Milano alle 10 e 50 e arrivava a Roma alle 17 e 20. Treni decisamente con tempi di percorrenza lenti rispetto alle tre ore circa delle Frecce Rosse, ma che continuavano ad avere una loro clientela, soprattutto di viaggiatori disposti a prendersela comoda pagando però assai di meno rispetto a quel che si paga per salire sull’ Alta velocità. Sulla linea tra Roma e Napoli, per esempio, un Freccia Rossa costa 39 euro, un Intercity soltanto 24 e 50. LA COPPIA DI TRENI Roma-Milano è stato il primo assaggio di un blitz in grande stile. Gli altri treni già inseriti dalle Fs nella lista degli inutili sono dieci e non si trovano in posti sperduti della penisola, ma finora hanno percorso tratte importanti sulla dorsale tra Roma e Firenze, da Milano a Trieste e Venezia e poi da Roma fino a Napoli e Salerno. L’ intenzione di farli sparire dai binari è stata spensieratamente confermata come si trattasse dell’ operazione più indolore del mondo dal sottosegretario ai Trasporti, Umberto Del Basso De Caro. Un politico Pd che già si era messo in mostra con una storia di strisce blu, parcheggi e multe procurandosi un bel po’ di critiche da parte delle associazioni consumatori. Di fronte a questa seconda presa di posizione sui treni, il Codacons ne ha chiesto le dimissioni. Rendendosi forse conto che non è una gran mossa togliere dalla circolazione dall’ oggi al domani alla vigilia delle elezioni un bel po’ di convogli usati soprattutto da una clientela popolare, De Caro ha informato che il ministero dei Trasporti sta studiando soluzioni alternative alla soppressione. Ma non essendo facile trovarle con uno schiocco di dita, lo stesso politico ha fatto sapere, presentandolo come un successone, “di aver acquisito da parte di Trenitalia la disponibilità e l’ impegno a mantenere i suddetti Intercity almeno fino al mese di giugno”. Cioè a urne per le elezioni europee chiuse, con una consecutio che sarà senz’ altro una coincidenza. I TRENI CHE MORETTI vuole cancellare sono quelli definiti in gergo ferroviario gli Intercity a mercato, per distinguerli dall’ altro tipo di Intercity, quelli del “servizio universale” per i quali lo Stato attraverso un contratto di servizio con le stesse Fs copre la differenza tra i costi effettivi e i ricavi. Cioè per i quali già paga. Gli Intercity a mercato, lo dice la parola stessa, sono quelli che dovrebbero stare economicamente in piedi da soli rientrando dei costi e possibilmente guadagnando. Secondo i calcoli delle Fs, però, gli Intercity a mercato non sarebbero più sostenibili e quindi andrebbero tagliati. A meno che lo Stato non faccia il Babbo Natale con le Ferrovie. Il vantaggio che in ogni caso le Ferrovie otterrebbero è facilmente intuibile. Moretti si tranquillizzerebbe se riuscisse ad avere i finanziamenti statali. Ma sarebbe contento lo stesso se non li ottenesse perché riuscirebbe a togliersi l’ impiccio di quei treni che considera un peso. Nello stesso tempo costringerebbe quella parte di clientela che non usa l’ Alta velocità a rivolgersi volente o nolente alle Frecce Rosse. Su cui notoriamente le Fs guadagnano molto.
di daniele martini
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