Fronte compatto contro la tassa-rifiuti per le imbarcazioni
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fonte:
- Il Piccolo
di Laura Borsani La presa di posizione è tanto netta quanto corale: «No alla tassa sui rifiuti prodotti a bordo delle imbarcazioni a Monfalcone». A sostenerlo con forza sono Confconsumatori, Confartigianato, Codacons e Federconsumatori della provincia di Gorizia, che hanno già richiesto un incontro all’ Autorità portuale, per prospettare le problematiche che ne discenderanno, alla luce del Piano di raccolta varato dalla Capitaneria di Porto monfalconese. Le associazioni, dunque, si sono alleate sul fronte della protesta: contestano, infatti, l’ applicazione della tassa, «quantomeno – osservano – nelle modalità in cui sarebbe contemplata nel Piano in questione». Si tratta di una tassa relativa ai prodotti, diversi da quelli alimentari, ossia le acque nere di sentina o altri rifiuti oleosi, a bordo delle imbarcazioni che approdano a Monfalcone, per la cui applicazione si sono attivate la Regione assieme alla Capitaneria. Una tassa che colpirebbe indistintamente le imbarcazioni, comprese quelle da pesca e da diporto, sia quelle stanziali che quelle utilizzate dai turisti. «Il Piano di raccolta – ricordano le associazioni -, partirà in città con un progetto pilota unico in Italia, che prevede anche un bando di gara regionale per l’ individuazione di un gestore privato. L’ Autorità di Trieste – evidenziano – ha già comunicato che non intende applicare la nuova tassa». Confconsumatori, Confartigianato, Codacons e Federconsumatori esprimono forte preoccupazione per le conseguenze di questa nuova tassazione, ritenuta decisamente incongrua. «Se il piano prospettato – spiegano infatti – venisse attuato senza sostanziali modifiche, comporterebbe una duplicazione di pagamento per alcune categorie di contribuenti che già pagano tasse per lo smaltimento degli stessi rifiuti. In sostanza, i concessionari delle aree pagano già le tasse per tutti i rifiuti prodotti all’ interno dell’ area medesima, riaddebitando il costo agli utilizzatori degli ormeggi o rimessaggio. Altri, invece, sarebbero obbligati a pagare anche a fronte dell’ assenza di rifiuti». Nè dimenticano le associazioni il settore della pesca e le possibili “fughe” degli stessi diportisti verso la Slovenia o Trieste. «Il settore della pesca – evidenziano -, già in crisi, dorebbe essere incentivato e non gravato da ulteriori spese o tasse. La gestione delle isole di raccolta, inoltre, risulta molto problematica, così come i costi di gestione molto ingenti». Quindi l’ effetto-fuga, anche sotto il profilo del turismo: «I diportisti stanziali – osservano le associazioni – potrebbero scegliere di abbandonare gli approdi monfalconesi in favore di quelli limitrofi, con danni per l’ indotto locale già sofferente per la crisi economica. I pochi turisti che approdano a Monfalcone potrebbero scegliere di fare scalo in altri luoghi che già presentano attrattive migliori». Le associazioni hanno richiesto un incontro con l’ Autorità portuale, che da parte sua ha proposto alcune date ravvicinate. Le associazioni chiamano quindi a raccolta anche altre organizzazioni o enti che fossero interessati ad aderire alla protesta e/o partecipare all’ incontro, invitando a contattare i rispettivi responsabili: Marco Gobbo, direttore generale della Confartigianato ([email protected]), Elena De Luca, presidente di Confconsumatori Gorizia ([email protected]), Raffaele Magno, presidente del Codacons di Monfalcone (338.2014379) e Silvia Padovani, presidente di Federconsumatori di Gorizia ([email protected]). ©RIPRODUZIONE RISERVATA.
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