20 Giugno 2019

Fondo banche, niente modifiche «Per le venete vale 600 milioni»

bocciati gli emendamenti che puntavano sull’ arbitrato. comitati soci delusi
VENEZIA Ex popolari: azzerati gli emendamenti, il Fondo indennizzo risparmiatori prende la forma definitiva. È entrato nella fase finale (sempre che si risolva il braccio di ferro tra Lega e Cinque stelle sui fondi di coesione), con l’ inizio della discussione in aula alla Camera, la trasformazione in legge del decreto Crescita, che contiene anche la versione definitiva del fondo da 1,5 miliardi per i risparmiatori azzerati delle banche in liquidazione, tra cui Bpvi e Veneto Banca. Versione finale, perché con il voto di fiducia atteso per oggi, il fondo non potrà più subire modifiche nel passaggio in Senato per l’ approvazione definitiva, per stare entro il termine del 29 giugno. Cadute dunque le possibili modifiche presentate con gli emendamenti in commissione, a partire da quelli del parlamentare vicentino di Forza Italia, Pierantonio Zanettin, su suggerimento di Codacons e Adusbef. Niente rimborso che sale dal 30 al 95%, quello dei bond subordinati, per quelli convertiti in azioni negli ultimi aumenti di capitale. O dal 30% al risarcimento pieno, per i risparmiatori con un lodo arbitrale. Alla fine l’ unica novità è la previsione di una precedenza nella liquidazione degli indennizzi fino a 50 mila euro. «Con ulteriori ritardi – spiega Franco Conte del Codacons -. Il fondo ammette con una corsia rapida chi abbia un reddito imponibile fino a 35 mila euro o un patrimonio mobiliare sotto i centomila. Ma così si dovrà attendere la definizione di tutte le domande ammesse per estrarre quelle a cui dare la priorità sotto i 50 mila euro. L’ esito è di estrema delusione dopo il dialogo con il sottosegretario Alessio Villarosa. A questo punto gli indennizzi arriveranno a carnevale 2020». Calcolo che si basa sull’ attesa che, con i 45 giorni per attivare le richieste di indennizzo attraverso il portale informatico di Consap, previsto dal decreto attuativo già approvato, si andrà ad agosto; sperando che il decreto attuativo che fa scattare i sei mesi per le domande sia contemporaneo e non ritardi. «Cambiamenti di facciata, quelli introdotti dagli emendamenti approvati. Mentre nulla si è concesso sulla rivalutazione dei valori delle azioni per i vecchi soci: con i primi risarcimenti sarà evidente il bluff. E nessuna soluzione vera nemmeno sulla questione delle baciate, con il rischio che per 123 mila posizioni ripartono le azioni di recupero dei cediti», sostiene Barbara Puschiasis della friulana Consumatori attivi, che punta a recuperare quanto accantonato come ordini del giorno per riprovarci con la discussione di bilancio 2020. Eppure gli spazi per reintrodurre un arbitrato c’ erano, per Zanettin. Che ieri, nell’ intervento in aula, ha dato una stima di quanto varrà il fondo di indennizzo per i soci delle venete, sulla base dei numeri del rimborso del 15% fatto due anni fa da Bpvi e Veneto Banca, con cui furono spesi 192 milioni a Vicenza e 248 a Montebelluna. «Con una stima spannometrica ma realistica, che ho confrontato con più parti – dice il parlamentare – abbiamo calcolato che per portare al 30% il rimborso serviranno altri 368 milioni a Vicenza e 238 a Montebelluna. In tutto 854 milioni, che scenderanno realisticamente a 600, tenendo conto di chi non potrà ricorrere al fondo. Che era abbastanza capiente per una seconda fase con l’ arbitrato. Così come senza motivo hanno bocciato l’ emendamento che escludeva dal fondo chi ha tentato di speculare su bond e azioni comprandole a ridosso del default ».
federico nicoletti

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