6 Febbraio 2002

Fondiaria: Montedison dice no a Sai

Foro Bonaparte giudica inaccettabile la proposta di acquisto pari al 22,2% giunta da Jp Morgan, Interbanca e Micheli

Fondiaria: Montedison dice no a Sai


Ma il gruppo si riserva di riesaminare l?offerta dopo aver saggiato le intenzioni di Toro



MILANO – Montedison frena, giudicandola non accettabile, la proposta d`acquisto del 22,2% di Fondiaria arrivata da Jp Morgan, Interbanca e Francesco Micheli e rinvia così la restituzione dei 258 milioni di euro di caparra alla Sai. Allo stesso tempo però Foro Buonaparte si riserva di riesaminare l`offerta dopo aver studiato a fondo le carte, aver ottenuto l`eventuale via libera dalle autorità di mercato e aver conosciuto le intenzioni di Toro. È l`orientamento, letto negli ambienti finanziari come una nuova mossa negoziale, emerso al termine del «cda» di Foro Buonaparte, che ha chiuso una giornata iniziata con i chiarimenti di Sai e Interbanca sull`operazione e proseguita nel pomeriggio a Firenze col consiglio della compagnia contesa fra Ligresti e Toro.

Da parte sua il «cda» di Fondiaria ha fissato per il 28 febbraio l`assemblea chiesta da Montedison per rinnovare il consiglio, pur esprimendo riserve sulla richiesta di Foro Buonaparte. La riunione del consiglio è servita anche fare il punto sugli ultimi sviluppi della vicenda, senza tuttavia che sia emerso – da quanto si apprende – alcun orientamento verso uno o l`altra delle soluzione prospettate da Sai e Toro.

Ci sono voluti invece ben quattro comunicati di Sai e di Interbanca per chiarire al mercato, su richiesta della Consob, i termini degli accordi, annunciati sabato, fra le due società quotate, Jp Morgan e Francesco Micheli per rilevare il 22,2% di Fondiaria da Montedison a 9,5 euro per azione. In particolare è stata confermata l`esistenza di un`opzione call per consentire a Ligresti di rientrare nella partita Fondiaria, una volta recuperata da Montedison la caparra. L`intesa annunciata sabato scorso concede infatti a Sai la facoltà di ricomprare già prima di due anni i pacchetti di Fondiaria rilevate da ciascuno dei tre «cavalieri bianchi» con un esborso nel complesso pari a 9,5 euro (più gli interessi) per azione, cifra che la compagnia di Ligresti integrerà fino a 10,5 euro se la quotazione in Borsa salirà su quei livelli. Inoltre per evitare, in caso di esercizio dell`opzione sull`intero 22,2%, di superare la soglia del 30% sulla quale scatta l`obbligo di Opa, la Sai si è alleggerita di una quota pari all` 1,96% di Fondiaria vendendola sul mercato e a tre investitori diversi da quelli noti.

La Consob, a questo punto, si riserva di valutare eventualmente, in un secondo momento, l`esistenza di un`azione di concerto tra i quattro soggetti coinvolti nell`operazione (che Sai e Interbanca hanno peraltro negato). A chiedere alla Commissione e all`Isvap di non rilasciare il nulla osta all`operazione sono state le associazioni di consumatori Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, mentre il Fondo Liverpool ha invitato Consob a imporre il lancio di un`opa obbligatoria. E oggi la palla passa al «cda» della Sai.

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