Follia a Milano, movida scherza col Covid Nella Darsena dei rave la polizia arriva tardi
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fonte:
- Il Giorno
Numero chiuso ieri in Darsena dopo il caos di sabato sera. Forze dell’ordine e Comune hanno provato subito a correre ai ripari dopo la movida selvaggia dell’altra sera, con tanto di rave party e rissa con bottigliate nel vecchio porto di Milano. Una festa fuorilegge all’aperto che secondo le indagini sarebbe stata organizzata dall’area dei centri sociali milanesi. Altro che distanziamenti e prevenzione anti Covid. Le ultime ore di zona gialla in Lombardia e a Milano, in attesa che oggi scatti la zona arancione, si sono rivelate critiche. Le polemiche politiche da parte del centrodestra sono scattate già sabato sera: «Dov’erano poliziotti, carabinieri e vigili urbani?». La risposta delle autorità di pubblica sicurezza in città è arrivata oggi. Dalla Prefettura, infatti, fanno sapere che il prefetto Renato Saccone e il questore Giuseppe Petronzi, alla luce dei fatti di sabato sera, hanno convenuto, informando il sindaco Giuseppe Sala, sulla necessità di servizi rafforzati e anticipati con nuove modalità operative per contingentare la presenza in Darsena e garantire flussi rispettosi delle norme anti assembramento. In altre parole: controlli all’ingresso della Darsena dal lato di Piazza XXIV Maggio e altri 200 uomini in strada ieri sera per presidiare al meglio la zona ed evitare il caos del giorno prima. Obiettivo raggiunto solo in parte, perché attorno alle 15 l’ingresso in Darsena è stato bloccato per una quarantina di minuti per l’eccessivo afflusso di persone. Davanti al varco di piazza XXVI Maggio si è creata una lunga coda. Nel tardo pomeriggio, in orario aperitivo, la situazione è diventata paradossale, con la Darsena semivuota e migliaia di persone nelle strade limitrofe della zona Navigli. La bella giornata non ha aiutato a limitare il numero di persone in giro neanche in altre aree centrali della città, da Piazza Duomo a via Dante fino alla Galleria Vittorio Emanuele. Nel ‘Salotto’, in ogni caso, non è servito il contingentamento degli ingressi dei precedenti weekend. Eppure, nell’ultimo fine settimana prima del ritorno in zona arancione, in pochi hanno seguito l’appello di sabato del sindaco di evitare di creare assembramenti nelle strade. Anzi, sui Navigli è accaduto esattamente il contrario. Comportamenti che non sono piaciuti a Sala, il quale ieri mattina, con un post su Facebook, ha commentato quanto accaduto il giorno prima: «Intorno ai Navigli e alla Darsena c’erano migliaia e migliaia dipersone. Le forze dell’ordine tra quelle coordinate dalla Questura e quelle del Comune, erano pari a circa 200 unità. E, che piaccia o no, di più non si poteva metterne, perché la città è grande e va gestita nella sua interezza. Questa è la realtà». chi suggeriva chi chiudere la Darsena già sabato pomeriggio, il sindaco ha replicato così: «Ma secondo voi, chi stava in giro sarebbe stato a casa o sarebbe andato da qualche altra parte? Avete idea di quanti luoghi cittadini raccolgono la sera persone che si aggregano?». Sala, alla fine, sottolinea che lui sta «dalla parte degli uomini e delle donne delle forze dell’ordine richiama tutti alle proprie responsabilità: «Con questa terribile pandemia se non si rispettano le regole poi si paga pegno. Così probabilmente sarà e purtroppo le conseguenze ricadranno su tutta la comunità». Dalla Prefettura, intanto, annunciano che le persone che sabato sera non hanno rispettato le regole e sono state individuate, saranno sanzionate. Durissime le reazioni del centrodestra sulle parole del primo cittadino. Il commissario milanese della Lega Stefano Bolognini sottolinea che «i controlli annunciati da Sala sono stati un fallimento, il sindaco riferisca in Consiglio comunale, non su Instagram». Il consigliere di FI Alessandro De Chirico parla di «scene indegne» aggiunge: «Qualcuno deve pagare con rimozione immediata dall’incarico Nel mirino dell’azzurro finiscono la vicesindaco con delega alla Sicurezza Anna Scavuzzo e il comandante della Polizia locale Marco Ciacci. Andrea Mascaretti di FdI rincara la dose: «Il sindaco venga in aula a scusarsi e qualcuno abbia il coraggio di dimettersi». Il presidente del Codacons Marco Donzelli, infine, annuncia un esposto alla Procura sul rave party in Darsena «per concorso in epidemia colposa e reati contro la salute pubblica».
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