18 Marzo 2013

FISCO: AGENZIA DELLE ENTRATE TENTA DI NASCONDERE I DOCUMENTI SULLE CARTELLE PAZZE, MA IL TAR LAZIO ORDINA TRASPARENZA

 

FISCO: AGENZIA DELLE ENTRATE TENTA DI NASCONDERE I DOCUMENTI SULLE CARTELLE PAZZE, MA IL TAR LAZIO ORDINA TRASPARENZA

 

ATTILIO BEFERA CONDANNATO A RISARCIRE IL CODACONS CON 1.000 EURO PER AVER RIFIUTATO DI MOSTRARE IN BASE A QUALI CIRCOLARI INTERNE SI PIGNORAVANO BENI IMMOBILI ANCHE PER DEBITI INFERIORI AGLI 8000 EURO

 

Il Codacons ha vinto una nuova battaglia contro le cartelle pazze e per ottenere trasparenza da parte dell’Agenzia delle Entrate. Il Tar del Lazio, infatti, ha accolto un ricorso presentato dall’associazione, obbligando Equitalia a fornire una serie di documenti.
La vicenda nasce da un ricorso presentato dal Codacons contro il rifiuto opposto dall’Agenzia delle entrate alla richiesta dell’associazione di avere accesso ai provvedimenti e agli atti sulla base dei quali l’ente, tra il 2009 e il 2010, effettuava iscrizioni ipotecarie su beni immobili, anche per debiti inferiori agli 8mila euro.
Scrive la III sez. del Tar (Pres. Franco Bianchi, Rel. Ivo Correale):

“Considerato, quindi, sussistente un interesse concreto, diretto e attuale del ricorrente all’ostensione richiesta, a lui necessaria per esigenze di difesa in giudizi che lo vedono direttamente coinvolto; Considerato che il diritto di accesso ai documenti non è meramente strumentale alla proposizione di un’azione giudiziale ma ha carattere autonomo rispetto ad essa e pertanto il “giudice dell’accesso” deve accertare solo l’esistenza dei presupposti che legittimano la relativa richiesta e non anche l’effettiva rilevanza, in concreto, in un altro giudizio degli atti richiesti;
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Terza), definitivamente pronunciando lo accoglie e, per l’effetto, rilevando l’illegittimità del silenzio sulla relativa istanza di ostensione proposta dal ricorrente, ordina a Equitalia Sud s.p.a. di esibire al ricorrente, entro trenta giorni dalla comunicazione e/o notificazione della presente sentenza, consentendone l’estrazione di copia, i seguenti documenti già da lui richiesti:

– gli atti e/o i documenti dai quali si possono evincere i nomi dei responsabili del o dei procedimenti sottesi a detta iscrizione;

– tutte le circolari e/o atti interpretativi comunque denominati, che a decorrere dall’entrata in vigore dell’art. 3, comma 40 del D.L. 30 settembre 2005, modificativo dell’art. 76 del d.P.R. 602 del 1973 hanno avuto ad oggetto l’analisi del divieto dell’iscrizione ipotecaria ex art. 77 del citato d.P.R. per crediti tributari inferiori alle € 8.000,00;

– tutte le circolari e/o atti interpretativi, comunque denominati, contenenti istruzioni e/o indicazioni di Agenzia delle Entrate e/o del Ministero dell’Economia e delle Finanze diretti all’Agente della Riscossione – Equitalia Sud S.p.A. circa le modalità di applicazione del combinato disposto degli artt. 76 e 77 del d.P.R. 602 del 1973”.

Non solo. Il Tar ha anche condannato l’Agenzia delle Entrate a risarcire il Codacons con la somma di 1000 euro. Si tratta di una importante sentenza – commenta l’associazione – perché dimostra come l’ente incaricato della riscossione debba garantire la massima trasparenza nei confronti dei contribuenti, fornendo i documenti che hanno portato all’emissione di cartelle pazze.

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