FIDUCIA CONSUMATORI ISAE A MASSIMI DALL`AUTUNNO 2002?
Oltre all?Istat – che conferma oggi il dato dell?inflazione di gennaio, un dato che Intesaconsumatori giudica irreale visti i pesanti aumenti che i cittadini hanno registrato nel primo mese del nuovo anno – ci si mette anche l?ISAE a sfornare dati edulcorati sulla fiducia delle famiglie, che sarebbe salita a febbraio sui massimi dall`autunno 2002.
Secondo l`inchiesta condotta dall`Isae su un campione di 2000 intervistati, la fiducia dei consumatori italiani balza a febbraio a 110 (da 106,5 di gennaio; da 106,9 a 109,5 l`indice grezzo, entrambi sui massimi dal settembre del 2002); l`indicatore depurato anche dai fattori erratici cresce da 108 a 108,8 (massimo dall`ottobre del 2002). Segnano un marcato miglioramento soprattutto le opinioni sul quadro economico generale e sul quadro futuro. I rispettivi indici crescono da 86 a 93,3, e da 98,9 a 106, il primo per via di attese decisamente piu` favorevoli sull`evoluzione della situazione economica del paese e del mercato del lavoro; il secondo anche per migliori previsioni sulla propria situazione economica e sulle possibilita` future di risparmio. L`indice relativo al clima personale sale da 116,7 a 118 avvicinandosi ai massimi dall`agosto del 2002, quello sul quadro corrente rimane sostanzialmente stabile (a 111,7 da 111,6 di gennaio), mantenendosi sui massimi del settembre del 2002.
Questi dati favolosi ? afferma Intesaconsumatori (Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori) ? assieme a quelli dell?inflazione diffusi oggi dall?Istat, cozzano, tanto per cambiare, con la dura realtà delle famiglie, costrette ad indebitarsi e ad ipotecare, con sempre maggior frequenza, anche il quinto dello stipendio e perfino le case dei vecchi, solo per conservare un tenore di vita decente per sopravvivere.
Gli ?azzeccagarbugli? dei dati edulcorati, come Istat ed Isae, per compiacere i governanti, dovrebbero avere la compiacenza di smettere di dare numeri al lotto, lontani anni luce da una realtà durissima, che interessa milioni di italiani con la sindrome della terza settimana, sempre più soli e sfiduciati, anche frequentando solo piazze e mercati, non solo i salotti dove vengono snocciolati.
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