Ficoncella, 20 anni di “gestione illegale”
- fonte:
- Il Messaggero
Civitavecchia IL CASO “Assegnazione illeggittima” per oltre due decenni. È quella che il Comune ha garantito alla cooperativa Sant’Agostino per i Bagni della Ficoncella. Almeno questo è il parere dell’Anac, come riferisce il Codacons. «In seguito alle varie segnalazioni del Codacons, l’Anac si è recentemente espressa con la delibera 627/2021 che, nel riassumere affidamenti e proroghe succedutesi negli ultimi 20 anni, ha evidenziato come il Comune di Civitavecchia abbia nel corso dei decenni, illegittimamente assegnato al medesimo soggetto, la Cooperativa Sant’Agostino, la gestione dell’area “Bagni della Ficoncella” presso la località Sferracavallo». Inizia così il comunicato dell’associazione consumatori, che spiega come l’Autorità nazionale anti-corruzione abbia rilevato una sequenza di illegittimità dal ’98 a oggi. LA CRONISTORIA «Dall’affidamento iniziale – scrive il Codacons – ai ripetuti atti di rinnovazione e proroga dei termini contrattuali, modifica di condizioni economiche di concessione: gara “informale” nel 1998, quando veniva affidata la gestione dell’area termale alla cooperativa senza che sia stato messo agli atti né il numero delle imprese invitate a partecipare, né il valore dell’affidamento; modifica delle condizioni economiche che hanno introdotto la tariffa bioraria e il sovrapprezzo serale, nonché l’eliminazione del canone annuo di 73 milioni, allora in lire, previsto nell’affidamento. Anche nella procedura aperta indetta nel 2014, Anac rileva che non c’è alcuna indicazione sul valore stimato della concessione, essendo precisato solo l’importo minimo del canone di concessione rispetto al quale si chiedeva di presentare offerte al rialzo». Motivi per cui l’associazione di tutela dei consumatori ha già presentato un esposto alla Procura e alla Corte dei Conti. Sempre stando a quanto afferma Codacons, infatti, il comune avrebbe perso un sacco di soldi. «Appare enorme il mancato introito all’erario comunale – scrive – dovuto alla gratuità della concessione (1998-2014). Solo poi dal 2014 il contratto prevedeva il canone di 12.500 euro annui, importo che sembra peraltro sottodimensionato, visto che nel bando di gara del 2020, lo stesso Comune ha poi quantificato il valore presunto della concessione in oltre 174mila annui». BOTTA E RISPOSTA Non solo, ma per Codacons anche l’attuale amministrazione avrebbe delle responsabilità, «per l’in-dizione della gara poi annullata in autotutela e il mancato riavvio di una nuova, che potrebbe aver determinato un danno economico all’erario». Su quest’ultimo aspetto, però, replica l’assessore all’Urbanistica Leonardo Roscioni. «Il Codacons – dice Roscioni – “toppa” clamorosamente affermando che potrebbe esservi un danno erariale per l’attuale gestione in proprio del Pincio in attesa del nuovo bando. Diamo infatti con piacere la notizia che la gestione diretta sta andando talmente bene che il Comune sta incassando da luglio cinque volte di più di ciò che incassava prima. Mentre prima dal concessionario venivano riversati mille euro mensili nelle casse dell’ente, oggi, grazie alla gestione virtuosa, l’organizzazione e la pubblicità del sito, anche con manifestazioni promozionali e pagine social da noi gestite, tra costi e ricavi il Comune incassa circa 5 mila euro al mese. Esattamente il contrario del danno erariale, semmai nuove entrate per il Pincio». Stefano Pettinari
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