Festività, le prenotazioni calano Gli operatori: budget più poveri
TRENTO Per alcuni Natale e Capodanno significano ore passate a spulciare libri di ricette e ad allestire tavole imbandite. Per altri, invece, sono momenti per rilassarsi e godersi un pranzo con amici e parenti al ristorante. In Trentino Alto Adige, però, quest’ anno ad avere la meglio saranno i cenoni e i pranzi natalizi casalinghi, perché si prevede una lieve flessione di prenotazioni nei locali della regione che potrebbe arrivare al 5%. Ma né a Trento né a Bolzano c’ è maretta: «È stato comunque una buona annata e questo dicembre non possiamo lamentarci» dicono gli operatori. Una tendenza che confermerebbe le previsioni nazionali che parlano di una spesa in crescita del + 2,8% rispetto al 2016 per cibi e alimenti da mettere in tavola il 25 dicembre. In regione Se a Bolzano la situazione pare stabile rispetto al 2016, già a Merano la sensazione è che ci sia una lieve contrazione, così come a Trento, dove si ipotizza un calo di circa 5%. «I mesi di dicembre del 2015 e del 2016 hanno visto una crescita eccezionale, il decremento di quest’ anno non ci preoccupa», fa sapere Massimiliano Peterlana, vicepresidente di Confesercenti Trentino. Un dato, comunque, fa riflettere: la particolare attenzione dei consumatori ai costi dei menu di Natale e Capodanno, che in media in regione si aggirano attorno 50 euro per il 25 dicembre e tra gli 80 e i 100 euro per San Silvestro. «Prima ancora di chiedere se c’ è posto, ci chiedono i prezzi dei menu: questo significa che è tornata una certa cautela, se non qualche segnale di crisi, che da un paio di anni non vedevamo più», osserva Peterlana. Nel capoluogo altoatesino ci sono voci discordanti, ma, tirando le somme tutto sembra nella norma: «La situazione ci sembra stabile rispetto allo scorso anno – fa sapere il direttore di Confesercenti Bolzano, Mirco Benetello -. Nel 2016 avevamo visto segnali interessanti di ripresa, quindi il fatto che non ci siano incrementi non è un dato che ci allarma. Piuttosto, rileviamo un cambio di stile specie nelle cene aziendali: solitamente veniva richiesto un menu fisso, quest’ anno invece si preferisce ordinare alla carta. Visto che nessuno oggi ordina più dall’ antipasto al dolce, questo significa che probabilmente la spesa media a persona si è abbassata». E parla di riduzione di capacità di spesa anche Peterlana: «L’ offerta a Trento non è in flessioni sul prezzo dei menu delle feste, le quotazioni sono stabili da due o tre anni, anche perché la domanda è maggiore dell’ offerta, almeno in città. Parlando anche con gli operatori dei mercatini, sembra però che la capacità di spesa sia più bassa rispetto al 2016. Poi c’ è da considerare anche la sovraofferta di mercatini di Natale (in Italia sono 573, ndr ): solo in Trentino sono 55, è chiaro che questo disperde visitatori e quindi potenziali clienti anche per i nostri locali. Le presenze a Trento sono sicuramente inferiori rispetto allo scorso anno». I mercatini di Bolzano di Natale, invece, sembrano reggere bene la concorrenza, forti del fatto di essere stati i primi Christkindlmarkt ad essere organizzati in Italia, a partire dal 1991. Il trend nazionale Federconsumatori non ha dubbi: a Natale e Capodanno solo una famiglia su sei deciderà di trascorrere la sera dell’ ultimo dell’ anno fuori casa. Nonostante questo, il costo del menu casalingo crescerà, rispetto allo scorso anno: + 2,7% per quanto riguarda il 25 dicembre, dove la spesa media ammonterà a circa 34 euro a persona, e + 0,9% per quanto riguarda San Silvestro, con un budget di 42,6 euro a persona. Altri dati arrivano da Coldiretti sulla base delle rilevazioni di Deloitte: la spesa media delle famiglie italiane per le festività natalizie ammonterà, in media, a 528 euro, in aumento del 4,4% rispetto allo scorso anno. «L’ Italia – fa sapere Coldiretti – quest’ anno si classifica al terzo posto tra i Paesi europei dove si spende di più per il Natale, preceduta solo da Spagna con 632 euro e Gran Bretagna con 614 euro. La spesa media per le festività di fine anno in Italia risulta superiore del 19% rispetto 445 euro della media in Europa. Il 39% del budget di Natale degli italiani è destinato ai regali, il 25% al cibo, per il 24% ai viaggi e il 12% ai divertimenti al cinema, al teatro, nei concerti o nelle discoteche». Secondo Codacons, protagonista delle feste sarà il settore alimentare, con una previsione di spesa in crescita del + 2,8% rispetto al 2016 e quasi 2,9 miliardi di euro di alimenti e bevande che finiranno sulle tavole per il classico pranzo e cenone di Natale. E proprio in tema di enogastronomia, c’ è da rilevare come quest’ ultima crescerà anche per l’ affermarsi di uno stile di vita attento alla riscoperta della tradizione a tavola che si esprimerà con la preparazione «fai da te» di ricette personali per serate speciali o con omaggi per gli amici che ricordano i sapori e i profumi della tradizione del territorio.
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