16 Febbraio 2014

Festival da 18 milioni

Festival da 18 milioni

Costerà 18 milioni di euro, com’ era stato nel 2012 e nel 2013, e il direttore di RaiUno, Giancarlo Leone assicura che sarà un festival «a costo zero»: «Tutte le spese sono state già coperte grazie a pubblicità e sponsor, e forse a fine festival potremo dire addirittura che ha prodotto degli utili» ha detto, confermando che dei 18 milioni, sette saranno versati al Comune sulla base della convenzione rinnovata il 15 gennaio scorso per il triennio 2015-2017. Un accordo che alleggerisce ulteriormente i costi a carico della Rai, con il “contributo” all’ amministrazione di Sanremo che scende a 5,5 milioni l’ anno. Lo scontro. Ma le polemiche sui costi, che da anni sono il sottofondo polemico della manifestazione, non si placano. E alle richieste di tagli dei costi e di trasparenza avanzate da forze politiche come Forza Italia e Lega e da associazioni come il Codacons, si aggiunge quest’ anno il monito della Corte dei Conti, arrivato una settimana prima dell’ inizio della manifestazione: Sanremo costa troppo, basta sprechi. Fatti i conti, la magistratura contabile ha annotato perdite per 20 milioni di euro nelle edizioni che vanno dal 2010 al 2012 e ha chiesto tagli per contenere le perdite: nel mirino, soprattutto, le spese per l’ Orchestra e per il cast. Compensi stellari. Nonostante le richieste di rendere noti i compensi, battaglia portata avanti da settimane dal presidente dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta, dal Codacons e dall’ Associazione utenti radiotelevisivi, sui chachet di conduttori e ospiti le bocche restano cucite. Le indiscrezioni confermano cifre analoghe a quelle dell’ anno scorso: 600 mila euro per Fabio Fazio, 300-350 mila per Luciana Littizzetto, costi che comunque, secondo l’ organizzazione, sarebbero inferiori del 40% rispetto a quelli degli ultimi anni. Paolo Bonolis, nel 2009, percepì un milione di euro, mentre a Gianni Morandi sarebbero andati 800-900 mila euro e 500-600 mila euro ad Antonella Clerici. Matteo Salvini, leader della Lega, parla di cifre «immorali», il collega di partito Davide Caparini punta il dito contro Leone: «Dopo i dati della Corte dei conti potremo sbugiardare chiunque dirà che al Festival gli artisti sono strapagati perché la Rai ci guadagna». «Caparini legga meglio, io in quel triennio io non ero direttore di rete» replica il direttore della rete ammiraglia. «La Rai – dice Adriana Poli Bortone portavoce del movimento per Alleanza nazionale – dovrebbe pagare meno i vip e regolarizzare i precari». (m.r.t.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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