Fenati, altra tegola: licenza sospesa
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fonte:
- Gazzetta dello sport
la fmi lo ferma: a giudizio il 14, rischia la radiazione. romano: «vado a lavorare». mano tesa di mir
dalla brugola e i libri, fino al tribunale, passando per la mano tesa di un collega. È il tempestoso giro dell’ oca di Romano Fenati che a 72 ore dal fattaccio di Misano, quella pinzata in rettilineo a 217 orari sul freno anteriore di Stefano Manzi con cui aveva avuto più di uno screzio nel corso del GP di Moto2 di San Marino, ha vissuto un’ altra giornata calda. All’ indomani del doppio siluramento, da parte del suo team attuale (Marinelli Snipers) e quello futuro (MV Agusta), sul pilota ascolano si è abbattuto un altro fulmine: il ritiro della licenza sportiva da parte della Fmi. In pratica, al di là della sanzione inflittagli dalla Direzione Gara nel Motomondiale – quei 2 GP di squalifica apparsi a tutti inadeguati -, ora anche se volesse Fenati non potrebbe correre. VIOLAZIONE L’ ondata del gesto è arrivata fino al Tribunale della Fmi che ha accolto le richieste del procuratore federale Antonio De Girolamo, disponendo per Romano Fenati la sospensione da ogni attività sportiva e federale per violazione dell’ art. 1.2 del Regolamento di Giustizia («Gli affiliati e i tesserati…devono tenere una condotta conforme ai principi della lealtà, probità e rettitudine sportiva in ogni rapporto di natura agonistica, economica, sociale e morale, con l’ obbligo preminente di astenersi da ogni forma di illecito sportivo, dalla violenza fisica e verbale, dalla commercializzazione e dalla corruzione»), disponendo l’ audizione del pilota per venerdì 14 settembre alle 11. toni durissimi Per Fenati, che ha facoltà di farsi assistere da un difensore, i toni sono stati durissimi: si fa riferimento a «Gravi e concordanti indizi di colpevolezza», al «Pericolo che possa commettere illeciti della stessa specie», all’ «Allarmante precedente del warm up del GP di Argentina del 2015 (il calcio ad Ajo; n.d.r. ) che induce a formulare una prognosi sfavorevole della sua capacità di autocontrollo», ribadendo l’«Inaudita gravità dei fatti e la condotta assolutamente riprovevole», fino a formulare «La sospensione da ogni attività sportiva e federale, essendo anche vicepresidente del Mc Accademia Motociclistica Italia». Il presidente Fmi Giovanni Copioli evidenzia: «Fatto brutto e diseducativo, credo che Fenati si sia reso conto di quello che ha fatto, ma gli estremi per aprire il procedimento c’ erano. Si è pentito, ma la gravità del fatto rimane». FERRAMENTA E SCUOLA In attesa del verdetto – l’ art 21.1 del Regolamento Sportivo contempla un ventaglio di sanzioni che vanno dall’ ammonizione alla radiazione -, e con la Procura di Rimini che valuta addirittura l’ apertura di un fascicolo sulla spinta del Codacons che chiede lumi sulla configurabilità del reato di tentato omicidio, si registra la voglia di Fenati di staccare con le due ruote. Intento declinabile dal «non correrò più nel Motomondiale, troppa ingiustizia. Ho sbagliato, ma le minacce di morte non le merito, ora torno a lavorare in ferramenta» riferito a La Repubblica al «Ora termino gli studi: a mente fredda dico che non corro più, ma non so come mi vedrei fra 5 anni» in tv a Mediaset. mir tende la mano Nel mezzo di una vicenda che ha un impatto umano da non trascurare, per il futuro di un pilota promettente, ma anche per la sua dimensione di persona, il caso Fenati continua a far discutere. E dividere. Un manager esperto come Carlo Pernat dice chiaramente su Radio 24 che «I fatti sono andati troppo oltre per perdonare anche un ragazzo come Romano che ama le moto e non farebbe male a una mosca», ma c’ è pure la mano tesa di Joan Mir, l’ iridato 2017 della Moto3, con cui l’ ascolano lottò l’ anno scorso per il Mondiale. «Ciao Romano – il post su Instagram di Mir – a Misano hai commesso un errore ingiustificabile, meritevole di una dura punizione e non degno di un pilota come te: l’ anno scorso mi hai costretto a correre al limite in mille battaglie, ma in pista sei sempre stato un grande pilota e ho apprezzato quanto fossi nobile anche nella sconfitta. Non arrenderti, combatti per il tuo futuro da pilota, tutti meritano un’ altra chance, lavora per correggere quegli impulsi che a volte ti tradiscono e torna in pista: abbiamo ancora mille battaglie da condividere». Romano, vale la pena ascoltarlo.
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