20 Gennaio 2022

FEDEZ: ECCO DI COSA E‘ ACCUSATO IL PRESIDENTE CODACONS

 

DUE COMUNICATI STAMPA E UNA INTERVISTA RADIOFONICA CHE UN PM HA RITENUTO “DIFFAMATORI” AI DANNI DI CHI PUBBLICAMENTE MANDÒ “A FARE IN CULO” IL CODACONS

AD APRILE A ROMA FINALMENTE UN PROCESSO AGLI INFLUENCER E AL MONDO OSCURO DEI SOCIAL. CODACONS INVITA FORMALMENTE FEDEZ A PRESENTARSI IN AULA IL 19 APRILE

Il Codacons rende noti oggi i dettagli della vicenda giudiziaria che ha portato al rinvio a giudizio del presidente dell’associazione, Carlo Rienzi, per una presunta diffamazione ai danni di Fedez.
Il Pm di Roma, Antonia Giammaria, pur richiesta di avocazione alla Procura generale della Corte di appello, scrive nel capo di imputazione con cui dispone il rinvio a giudizio di Rienzi:
del delitto p. e p. dall’arti. 595, 3 comma C.P., per aver offeso, mediante la diffusione di comunicati stampa apparsi sul sito web del CODACONS, la reputazione di LUCIA Federico Leonardo (in arte “FEDEZ”) e della moglie FERRAGNI”.
Il Pm fa riferimento testuale a due comunicati stampa del Codacons che sarebbero diffamatori. Li trascriviamo integralmente: nel dettaglio l’associazione scriveva nel primo comunicato datato 16.12.2020 “Nuove grane legali per Fedez che dovrà rispondere della possibile fattispecie di pubblicità occulta dinanzi all’Antitrust. Il CODACONS presenta infatti oggi un esposto all’Autorità per la concorrenza chiedendo di aprire un procedimento nei confronti del rapper per la ‘bravata’ della consegna di soldi in beneficienza a bordo di un’auto di lusso, il tutto a favore di telecamere, web e social network”; “una operazione di marketing auto promozionale più che un’opera di solidarietà”… l’illecito di pubblicità occulta ad un noto marchio automobilistico…..realizzato una enorme campagna pubblicitaria ad un noto marchio di auto di lusso, pubblicità che ha colpito in modo subdolo migliaia di utenti che hanno visto i video e le storie pubblicate”; “denunciato Fedez all’antitrust chiedendo l’apertura di un procedimento sul caso, e alla Polizia Postale, cui si chiede di oscurare le pagine di web e social network relative alla pseudo-operazione di beneficenza del rapper”.

Nel secondo comunicato del 20.12.2020 contestato dalla Procura il Codacons scriveva:
Dopo la sanzione da 1,5 milioni di euro inflitta dall’Antitrust a Gofundme per le commissioni ingannevoli sulle raccolte fondi denunciate dal Codacons, l’associazione annuncia una class action contro la società e una diffida al Comune di Milano affinché ritiri l’Ambrogino d’oro assegnato ai Ferragnez. Si tratta di una vittoria su tutti i fronti del Codacons che, come noto, aveva denunciato all’Antitrust le commissioni ingannevoli applicate dalla raccolta fondi di Fedez e Chiara Ferragni ….Alla luce della sanzione dell’Antitrust, il Comune di Milano dovrà ritirare con effetto immediato l’Ambrogino d’oro assegnato ai Ferragnez, poiché basato su una raccolta fondi avviata con modalità definitivamente ritenute scorrette e illegali dall’Autorità. In tal senso il Codacons annuncia una diffida al comune e al sindaco Sala che, in caso di mancato accoglimento della richiesta, saranno denunciati penalmente per abuso di atti d’ufficio. I 193 esposti presentati contro Gofundme all’Antitrust tra gennaio e marzo spiegano perché la società ha tolto la “mazzetta” illegale, smentendo le dichiarazioni di Fedez che ha ottenuto l’archiviazione delle denunce a suo carico dalla procura di Milano sostenendo che Gofundme SPONTANEAMENTE avesse cambiato il sistema illegale e destinato in beneficenza 250mila euro dei soldi raccolti, bugia alla quale il Pm di Milano Gentilini ha creduto ciecamente senza condurre adeguate indagini”.

Viene poi l’intervista radiofonica rilasciata da Rienzi a Selvaggia Lucarelli, di cui si riporta testualmente l’estratto contestato:
Selvaggia Lucarelli: “a lei risulta che loro siano pagati per far indossare quelle griffes? ha le prove?”
Carlo Rienzi: “no no, certo che no. No, lo fanno gratis, la maglietta di Moschino sul bambino è fatto perché è bella la maglietta, ma mi faccia ridere….certo certo, sono le aziende che pagano loro come genitori per fare le pubblicità come tutti gli alberghi i ristoranti, ogni volta che vanno in un albergo fanno pubblicità all’albergo, al ristorante, ecc.”

Queste affermazioni hanno offeso il rapper, mentre l’affermazione di Fedez che, sui social, mandò a “fare in culo” il Codacons, secondo la Procura non costituiva alcuna forma di offesa ai danni dell’associazione (sic!!) W la giustizia a 2 pesi e 2 misure…
Il processo a Carlo Rienzi sarà finalmente l’occasione per fare luce sull’oscuro mondo degli influencer e dei social network, e per capire fino a che punto possano spingersi soggetti che vantano milioni di follower e che hanno precise responsabilità verso la collettività – afferma il Codacons – Proprio per questo invitiamo Fedez ad avere il coraggio di presentarsi in aula il prossimo 19 aprile, quando inizierà il processo per la presunta “diffamazione” ai suoi danni in modo che possa di persona lavare l’onta delle pesanti offese della ONLUS Codacons.

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