Federconsumatori: “Ogni cent/litro in più le società incassano 14 milioni di euro”
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fonte:
- La Stampa
Le compagnie petrolifere hanno quasi ignorato l’appello di Scajola ad abbassare di 2 centesimi i prezzi di benzina e gasolio (solo la Esso ha limato qualcosa) e il ministro dello Sviluppo economico l’ha presa male: le regole non scritte del «fair play» fra governo e aziende prevedono che le compagnie rispondano agli appelli dell’esecutivo, anche se non sono obbligate, e così ieri Claudio Scajola ha reagito avanzando «sospetti di cartello» nella definizione dei listini dei carburanti e ha attivato il Garante dei prezzi e l’Antitrust perché indaghino. Certo non è una mossa che possa dare frutti a breve termine. Per un’informazione completa ecco le notizia positive. Sulla rete dell’Agip per chi sceglie il self-service è in vigore (fino al 18 agosto) lo sconto di 10 centesimi rispetto al prezzo «consigliato» di benzina e gasolio. La Esso ieri ha diminuito di 1 centesimo il prezzo di riferimento della benzina scendendo a 1,329 euro/litro e ha fatto partire il primo dei quattro weekend agostani (sabato e domenica) nei quali a sua volta sconterà di 10 centesimi i prezzi a self-service. Scajola però aveva chiesto una cosa diversa, a tutti e per tutti i giorni: «C’è un differenziale di 2 centesimi che potrebbe essere tagliato nel prezzo della benzina alla pompa» ha ribadito ieri il ministro. «Secondo i petrolieri, invece, i conti sono diversi. È un tema complesso e molto difficile, che si inserisce in un problema europeo e internazionale non solo del costo del petrolio ma anche dei cambi». Detto questo, e aggiunto che «siamo nel libero mercato e sono contento che ci siamo. Siamo un Paese democratico libero, e la concorrenza è quella che decide il prezzo del prodotto», Scajola ha avanzato il sospetto che «da noi forse ce n’è troppo poca, pur essendo molti i concorrenti, con qualche sospetto di cartello. Ecco il motivo della convocazione e del forte richiamo fatto ai petrolieri». «Noi – incalza Scajola – abbiamo impostato un’azione di forte convincimento per indurli ad abbassare di 2 centesimi il prezzo. Non hanno accettato. Se ne sono assunti la responsabilità. Per questo ho dato disposizione al Garante dei prezzi e ho chiesto all’Antitrust di fare una precisa indagine per valutare i costi». «Debbo però dire con altrettanta fermezza – ha aggiunto il ministro – che non si può neppure rincorrere chi vuol far credere che il prezzo della benzina in Italia sia in grande difformità rispetto agli altri Paesi europei. Noi abbiamo un costo della benzina che oscilla tra lo 0,2 e 0,3 in più della media europea per i consumatori alla pompa. Ma questo anche perché in Italia abbiamo un vezzo: non vogliamo servirci la benzina da soli, ma vogliamo che ce la serva qualcun altro. Negli altri Paesi europei soltanto il 20% degli automobilisti se la fa servire, in Italia più del 70% la vuole servita». L’Unione petrolifera in una nota scritta respinge l’ipotesi di «cartello» fra i petrolieri per fissare il prezzo dei carburanti: «Le numerose indagini condotte sia livello parlamentare che dall’Antitrust negli ultimi anni – si legge – escludono qualsiasi comportamento collusivo da parte delle aziende». Suonano una musica tutta diversa le associazioni dei consumatori. Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori, accusa: «Ogni centesimo in più sul prezzo dei carburanti equivale a un maggiore introito mensile di circa 14 milioni di euro per la filiera petrolifera. Il governo dia un colpo di acceleratore alla completa liberalizzazione del settore e conceda all’Autorità per l’energia più poteri di controllo e sanzione». L’Adiconsum chiede che siano aperte pompe «bianche» (cioè senza marca, libere di approvvigionarsi del carburante più conveniente) anche sulle autostrade, e il Codacons sulla base delle dichiarazioni di Scajola sui prezzi di benzina e gasolio ha chiesto alla procura di Roma di «verificare se nel settore dei carburanti vi siano violazioni o fattispecie penalmente rilevanti, anche alla luce dell’art. 501 del codice penale che disciplina il reato di aggiotaggio».
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