12 Gennaio 2012

Fassino al ministro: "Ripristinare i treni notturni verso il Sud"  

Fassino al ministro: "Ripristinare i treni notturni verso il Sud"
  anche il sindaco ha firmato la petizione contro la soppressione.

I lavoratori dell’ ex Wagon Lits con le maschere di «V for Vendetta» La sua è la firma numero 8120. Piero Fassino l’ ha messa ieri sera, dopo una visita non programmata alla tendopoli dei lavoratori della ex Wagons lits a Porta Nuova. È il primo sindaco italiano ad aver sottoscritto la petizione per il ripristino dei treni notturni a lunga percorrenza. Un gesto simbolico arrivato alla fine di una giornata intensa che ha visto Torino e Milano di nuovo unite nella battaglia per salvaguardare le corse notturne e gli 800 posti di lavoro. Al mattino, in un incontro a Palazzo civico con una delegazione di lavoratori guidati in corteo dalla Filt-Cgil, Fassino ha annunciato una seconda lettera, scritta a quattro mani con il collega Giuliano Pisapia e indirizzata al ministro dei Trasporti Corrado Passera. «Il Paese è stretto e lungo – ha detto Fassino -. Bisogna garantire un servizio che interessa centinaia di migliaia di torinesi e milanesi, originari del Sud, che mantengono una stretta relazione con la propria terra d’ origine. Senza dimenticare gli 800 lavoratori della ex Wagons lits». Il sindaco ha poi spiegato di aver già parlato con l’ amministratore delegato di Rfi Moretti e con il ministro Passera per «riesaminare l’ eliminazione delle tratte notturne a lunga percorrenza». In sostanza questa la risposta del primo cittadino al pacco dono che gli è stato consegnato ieri, a un mese esatto dalla data dei licenziamenti, dai 65 dipendenti della Servirail, ex Wagons lits, di Torino: una scatola arancione foderata con le lettere degli esuberi. Dentro, le 7860 firme raccolte in meno di tre settimane nell’ atrio di Porta Nuova. Alcuni cittadini firmatari hanno poi manifestato in stazione insieme ai lavoratori travestiti da fantasmi col volto coperto dalle maschere di «V come vendetta». «Siamo senza ammortizzatori sociali e io, come altri, a dicembre ho lavorato 10 giorni e ho zero euro in busta paga», dice Matteo Di Maio, classe ’86, fra i più giovani. La palla ora passa al Governo, vero ago della bilancia. «A fronte di 170 milioni di euro in meno versati dallo Stato, le Ferrovie italiane hanno dovuto riorganizzare orari e tratte – spiega l’ assessore ai Trasporti, Claudio Lubatti -. E le nuove tariffe dei treni ad alta velocità hanno subito aumenti notevoli. Comprensibile il malcontento dei cittadini». Il nocciolo della questione, dunque, sta nella riduzione dei trasferimenti pubblici. A cui si aggiunge l’ aumento del 9,9% dei biglietti dei treni Frecciarossa, denunciato da Codacons. "In prima classe Intercity pagavo 90 euro per la cuccetta fino in Sicilia. Ora ce ne vogliono 150, come per l’ aereo, e devo cambiare a Roma. Guadagno 600 euro da precario, come posso viaggiare?», dice Vincenzo Vizzeri. Poche battute che riassumono la protesta di tutti.
 

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