«Farmacisti, non fate accordi sui prezzi»
Appello del ministro della Salute per non vanificare il decreto sui medicinali scontati Sono previsti abbuoni fino al 20 per cento per quelli di fascia C senza obbligo di ricetta
ROMA. «No a cartelli sul prezzo dei farmaci di fascia C». All?indomani dell?entrata in vigore del decreto legge «tagliaprezzi» che consente sconti fino al 20 per cento sui medicinali a carico del cittadino e senza obbligo di prescrizione, il ministro della Salute Francesco Storace mette in guardia Federfarma: «Ho sentito che sono in via d?organizzazione assemblee di categoria per decidere quale comportamento adottare sugli sconti, faccio appello perchè non vengano fatti accordi di categoria che vanificherebbero l?effetto del provvedimento». E, da parte sua, il presidente di Federfarma, Giorgio Siri, replica: «Il decreto legge svilisce i farmacisti e porta al mercanteggiamento». La polemica è aperta. Nel difendere il provvedimento ora al vaglio del Parlamento, Storace ricorda che è nato «da una questione molto semplice: perchè sui prezzi dei farmaci rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale lo Stato può negoziare mentre il cittadino non lo può fare per i farmaci a suo carico?». Secondo il ministro gli sconti consentiti dal decreto così come l?obbligo del farmacista di proporre (in caso di farmaci con ricetta) un prodotto equivalente ma meno costoso, come il congelamento degli aumenti fino a gennaio 2007 «permetteranno a ogni cittadino di risparmiare fino al 20% nel caso in cui non abbia ricetta e fino al 50% se ha una ricetta senza la scritta ?non sostituibile? e il farmacista gli consiglierà il generico equivalente». Ma il problema di Storace sono ora le assemblee di categoria annunciate da Federfarma nelle varie province per «decidere l?atteggiamento rispetto agli sconti»: «Ricordo che per le normative antitrust non si possono fare accordi di cartello e che lo sconto non è un obbligo ma una scelta».Il presidente di Federfarma, Giorgio Siri, replica che non ci sarà «nessun cartello», ma sul capitolo sconti è un muro contro muro: «Il legislatore», suggerisce Siri, «ha tutte le facoltà per tagliare quei prezzi e di convincere le aziende a farlo come è stato fatto in passato con i vaccini. Credo che il cittadino sarebbe più felice se i prezzi dei farmaci venduti in Italia fossero uniformati a quelli europei». Ma secondo il ministro la proposta di Federfarma non è attuabile: «I prezzi amministrati», risponde, «si possono fare solo nella Russia dei tempi andati. Non ci incamminiamo lungo una strada vietata dall?Europa e dall?Antitrust». Nella polemica interviene la deputata Verde Luana Zanella: «Tanto rumore per un decreto inadeguato», dice, «la verità è che Storace è riuscito a scontentare tutti. Più opportuna e più equa sarebbe stata una diminuzione generalizzata del prezzo dei farmaci da banco». Il Codacons dal canto suo diffida Federfarma «a non fare alcune riunione per decidere il comportamento da tenere sugli sconti» e ha già fatto partire una segnalazione all?Autorità Antitrust affinchè vigili «e stronchi sul nascere ogni eventuale cartello o situazione lesiva della concorrenza». Il governo «si accerti che siano applicate in maniera corretta le leggi esistenti, anzichè cercare di acquisire consenso con operazioni di propaganda, come il decreto Storace che porterà ben pochi benefici ai cittadini» è poi la presa di posizione dell?associazione consumatori Usicons, che auspica il ritiro del decreto. Intanto l?Osservatorio della Terza Età chiede due provvedimenti per abbattere la spesa pubblica: liberalizzare il mercato e abbassare di due punti il guadagno fissato dalla legge per i farmacisti. E mentre dai primi monitoraggi emerge che per ora sono pochissime le farmacie che stanno applicando sconti, Farmindustria ricorda che il decreto «colpisce anche le industrie farmaceutiche».
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