15 Agosto 2009

Famiglie venete, debito raddoppiato in sei anni

Gli impegni maggiori a Padova L’allarme dei consumatori: «Il rischio è il modello americano»

Non solo la prima casa e l’automobile, ma sempre più vacanze, televisori al plasma, attrezzature ginniche. Dall’introduzione dell’euro, il primo gennaio 2002, è aumentato di oltre l’80 per cento l’indebitamento medio delle famiglie venete nei confronti degli istituti di credito e dalle agguerrite società finanziarie. Secondo l’analisi della Cgia di Mestre la crescita dei finanziamenti è stata del 97 per cento nella provincia di Padova, dove le famiglie hanno accumulato mediamente debiti per oltre 19.300 euro, raggiungendo così il primo posto tra le sette province della regione e l’undicesimo nella classifica nazionale. Quasi il doppio delle famiglie bellunesi, che con poco meno di 12.200 euro si confermano nel ruolo di «cicala» della regione, dimostrandosi persino più parsimoniosi dei rodigini, indebitatesi per oltre 13 mila euro. In tutte le altre province venete, da Treviso a Vicenza (dove il valore dei prestiti alle famiglie supera i 17 mila euro) così come da Venezia a Verona (oltre 16 mila euro), il livello di indebitamento registrato alla fine dello scorso anno era superiore alla media nazionale. «Non intendiamo lanciare un grido d’allarme, è naturale – rassicura Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre – che le province più indebitate siano quelle che presentano anche i livelli di reddito più elevati e, in tal senso, Padova si conferma tra le città più ricche d’Italia». Deve tranquillizzare quindi che la crescita dell’indebitamento delle famiglie, nell’arco degli ultimi sei anni, sia stata inferiore alla media nazionale tanto a Rovigo quanto a Belluno (più 65% in entrambe le provincie), ma anche a Venezia (più 73%) e soprendentemente soprattutto a Treviso, dove l’aumento è stata «solo» del 63%. Non nascondono invece i propri timori le associazioni dei consumatori. Perché negli ultimi anni molte famiglie hanno sottoscritto, con sempre maggiore leggerezza, contratti per l’accensione di mutui o per l’erogazione di finanziamenti. Non solo per l’acquisto o la ristrutturazione della casa, ma sempre più spesso per comprare beni beni voluttuari.  «La crescita dell’indebitamento è drammatica e di questo passo – afferma il presidente onorario di Codacons Veneto Franco Conte – in un lustro potremmo ricreare da noi il modello americano, con gravi incognite ». Lorenzo Miozzi, presidente nazionale e referente veneziano del Movimento Consumatori, sottolinea però come nell’ultimo periodo «la situazione economica ha modificato profondamento le abitudini di consumo, con una maggiore prudenza, un aumento dei tempi di decisione e – afferma Miozzi – un ritorno al risparmio ». La difficile congiuntura economica ha ridimensionato infatti, negli ultimi mesi, la corsa alla sottoscrizione di nuovi finanziamenti. Il cui importo a Padova, secondo i dati diffusi dalla stessa Cgia di Mestre, è diminuito mediamente di circa 200 euro in un anno. «Dalla fine del 2008 si è verificata una netta decelerazione dell’indebitamento – aggiunge Bortolussi – questo a causa sia della stretta operata dalle banche anche a danno soprattutto delle famiglie produttrici, sia del rallentamento del mercato immobiliare, sia infine di una maggiore parsimoniosità dei nuclei familiari preoccupati per le difficoltà del ciclo economico».  Una stretta del credito erogato dagli istituti più affidabili che allarma il Codacons e Movimento Consumatori del Veneto. Il timore è che alcune famiglie, respinte dagli intermediari tradizionali, subiscano le sirene delle società finanziarie. «Una zona grigia del credito che rischia di diventare una piaga sociale», afferma Franco Conte.  «Il miraggio del credito erogato in 24 ore viene viene poi ripagato – spiega il presidente onorario del Codacons Veneto – attraverso interessi superiori al 20% e spese di istruzione pratica per centinaia di euro: invitiamo le famiglie a contattare le associazioni dei consumatori per verificare la serietà dell’operatore al quale si rivolgono».

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