7 Dicembre 2005

Falsi e pericolosi, blitz contro i regali made in Cina

Falsi e pericolosi, blitz contro i regali made in Cina
Sequestrati 25 milioni di giocattoli e fuochi d?artificio contraffatti. Il Codacons: attenzione alle garanzie Ue





Per le bancarelle degli «Oh bej! Oh bej!». Per i bazar cinesi. Ma anche per i mercati, le vetrine della città (quelle «regolari») e i negozi di mezza Italia. Sei mesi di indagini e quattro settimane di blitz a ripetizione hanno portato la Guardia di Finanza a un maxisequestro da record: 25 milioni di oggetti contraffatti. Valore commerciale: 120 milioni di euro. In mezzo a borse, scarpe e vestiti, c?erano scatoloni di luci e giochi per il Natale: senza certificazioni e fuori da qualsiasi norma. Pericolosi, come i 900 mila fuochi d?artificio pronti a invadere il mercato nero dei «botti» di Capodanno. I fuochi erano in un magazzino di via Polonia, al limite estremo di Quarto Oggiaro, sotto i piloni all?imbocco dell?autostrada dei Laghi.
Gli investigatori delle fiamme gialle, guidati dal comandante del gruppo di Milano, Angelo Russo, fanno irruzione all?alba e trovano un capannone stipato di scatole fino al soffitto. Sette milioni di oggetti, dai vestiti ai piccoli elettrodomestici. Contraffatti e privi del marchio «Ce» che ne certifica la qualità. In uno stanzone riposano 20 cinesi, per la metà irregolari. Braccia da sfruttare. Dormono sopra un magazzino segreto e inaccessibile. Dietro la porta, nascosta da altra merce, sono accatastati 900 mila fuochi d?artificio. Tutti fuorilegge.
Milano è uno dei tre distretti del falso d?Italia, oltre a Napoli e Prato. Dalla città passa almeno un terzo della marce contraffatta che arriva via mare dalla Cina e sbarca nei porti italiani, soprattutto a Genova. «Vista l?impressionante quantità di sequestri – spiega il comandante provinciale della Guardia di Finanza, colonnello Michele Carbone – è legittimo ipotizzare che la merce contraffatta sia venduta non solo attraverso il mercato a basso costo della Chinatown milanese».
La zona di Paolo Sarpi resta però il centro intorno al quale ruotano gli affari miliardari del falso, almeno per la logistica, i locali di facciata e la manovalanza. Nel corso dell?ultima operazione, i finanzieri hanno fatto irruzione in 25 tra negozi, box e magazzini della Chinatown. A queste attività, nella maggior parte in regola, erano collegati 7 maxidepositi di periferia, uno a Cormano e uno a Sesto. Trentacinque persone denunciate, tra commercianti e prestanome, tutti cinesi.
L?indagine è partita da un documento sospetto emesso da una società di spedizioni marittime di Genova. I consulenti della Guardia di Finanza hanno analizzato giocattoli e materiale elettrico. Elencano i pericoli: «Nessuna istruzione in italiano, totale assenza di test o garanzie, materiali scadenti, fili elettrici senza protezioni, impianti a rischio».
Il Codacons avverte: «Massima attenzione all?acquisto di materiale elettrico. I prodotti cinesi fanno spesso concorrenza sleale. Costano meno perché non rispettano le norme di sicurezza, dunque sono pericolosi»

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