12 Gennaio 2010

“Fabrizio è nelle mani di Dio, aspettiamo un miracolo”

EBOLI. Tutta la notte accanto a Fabrizio. La famiglia Caputo non si è mossa un attimo dalla sala d’attesa del reparto di rianimazione. Papà Angelo, insieme alla moglie e ai due figli, Antonio e Francesco, sono rimasti accanto a Fabrizio, il cameriere 21enne in coma irreversibile dopo un incidente stradale. Il via vai di parenti e amici, all’ospedale di Eboli, è continuato per tutta la giornata di ieri. Molti di loro hanno fatto capolino nella cappella del nosocomio. Accendono ceri a Sant’Anna, chiedono un miracolo, pregano in gruppo. «Fabrizio è nelle mani di Dio, aspettiamo un miracolo», dichiara Remo Mastrolia, avvocato, amico della famiglia Caputo. La situazione è drammatica. Il 21enne è in coma irreversibile. Non si muove, non reagisce. Non sente le voci dei familiari che vanno a trovarlo. La sua vita è legata ai macchinari di terapie intensive. Il cameriere del ristorante Tavernola ha riportato danni gravissimi alla testa nell’incidente stradale di domenica notte, lungo la statale 19. È scivolato su una pozzanghera, Fabrizio. Perso il controllo della Ford Fiesta rossa, è finito contro il muro che delimita la proprietà dei Boffa. Nell’impatto, il 21enne è stato catapultato sui sedili posteriori. A tirarlo fuori dalle lamiere accartocciate, sono stati i vigili del fuoco. Ai sanitari ebolitani, il quadro clinico è apparso subito disperato. Ricoverato nel reparto di rianimazione, diretto dal primario Giuliano Colasante, il paziente non è trasferibile né operabile. Il consulto medico espresso da alcuni neurochirurghi si è concluso purtroppo con un esito drammatico. Intanto su Facebook continuano i messaggi di solidarietà e di speranza dagli amici. Alessandra Antonucci scrive: «Forza Fabrizio». Valentina Nigro aggiunge: «Spero che il tuo cuore non si fermi mai». Raffaella Ursoleo racconta: «Stasera hai fatto smuovere tantissima gente. Siamo tutti qui con te. Vogliamo rivederti sorridere, tornare a scherzare con noi, a prenderci in giro». Anna Langone afferma: «Speriamo Dio ti dia la forza per reagire. Non abbandonare chi ti ama». Tra le ultime persone che hanno visto Fabrizio prima dell’incidente c’è Paola Maida: «Ancora non ci credo, eravamo stati insieme fino a pochi minuti prima, a parlare felici della tua macchina, dei tuoi sogni. Ti aspetto per la cioccolata calda che mi hai promesso». Decine di messaggi firmati da Roberto D’Auria, Nicola Barra, Valentina Granozio, Federico Toriello, da Michele Lagone, Laura Mazzeo, Elena Veronica Rossomando, Gerardina Mele, Agnese Paternostro, Alfonso Cicatelli, Dora Attanasio, Sara D’Apuzzzo, Vincenzo Buono, Alfredo Vece, Giovanni Vitolo, Sharon Picariello, Sabrina Prota, Chiara Caputo, Emanuele Sica. Ieri mattina, intanto, molti amici di Fabrizio si sono fermati sul luogo dell’incidente. All’incrocio tra la statale 19 e via Fontanelle. La grata per l’acqua piovana è presente solo su uno dei lati della strada. Alla fine del marciapiede nuovo lungo la statale 19 era necessario lo scolo per la pioggia. Ma non c’è. Dalla collina di San Giovanni scendono “fiumi” d’acqua. Quando piove forte. Come sabato, come domenica notte. «È chiaro che le acque non trovano sfogo. Si raccolgono tutte in un punto, creando pericolose pozzanghere – spiega Tonino Del Mese, consulente del Codacons sull’infortunistica stradale – Altre grandi pozzanghere si formano lungo via Pertini e via Sturzo. Sulle due strade del rione Pescara non c’è alcuna grata di scolo. Il pericolo di scivolare è grave anche lì. Non conosco i dettagli dell’incidente. Ho visto l’impatto con il muretto». Fabrizio Caputo stava rientrando a casa, dopo una serata a lavoro al ristorante la Tavernola. «Sono a Chieti, martedì mattina rientro a Eboli – spiega Carmine Campagna, assessore ai lavori pubblici – Farò un sopralluogo per capire cosa è successo. Siamo addolorati per quello che è accaduto. Speriamo che arrivino buone notizie dall’ospedale». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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