EFa b i o e Ming o, adesso, chiedono di essere ascoltati dal magistrato inquirente della Procura di Bari, Isabella Ginefra, che indaga su di loro per simulazione di reato. i due infatti vogliono esprimersi riguardo all’ accusa di avere «taroccato» un servizio su un sedicente avvocato, con tanto di attore che sarebbe stato ingaggiato per recitare la parte del finto professionista, e costato la fine della collaborazione quasi ventennale con Striscia la Notizia. Il difensore del duo comico e della moglie di Mingo, titolare della società che realizza i servizi poi spediti a Milano, avvocato Francesco Colonna, questa mattina depositerà una istanza in questa direzione al pm barese Isabella Ginefra che coordina le indagini dei Carabinieri. «I miei assistiti non hanno ricevuto alcun avviso di garanzia – spiega l’ avvocato Colonna -, ma i giornali conoscono già quali sono le ipotesi e le accuse. Non capisco qual è la ragione per cui si vuole spostare il procedimento dalle aule di giustizia, sui media». Intanto, in campo scende anche il Codacons che, in rappresentanza dei telespettatori italiani, annuncia che si costituirà parte civile nel procedimento nei confronti del presunto falso servizio. «Striscia la notizia – si legge in una nota del Codacons – è da sempre una trasmissione dedita alla difesa dei cittadini e alla denuncia di truffe. Per tale motivo, se dalle indagini della procura di Bari dovessero emergere illeciti, si determinerebbe, oltre al danno per il programma, una grave lesione della buona fede dei telespettatori». «Esprimiamo solidarietà e vicinanza ad Antonio Ricci e a tutto il team della trasmissione – dice C a rl o Rienzi, presidente dell’ associazione dei consumatori – e ci costituiamo parte offesa nel procedimento aperto dalla magistratura, affinché i diritti degli utenti siano garantiti anche sul fronte televisivo e dell’ in formazione».
giovanni longo

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