F1:GERMANIA;SORPASSO CONTESTATO,UN PRECEDENTE NEL 2002/ANSA
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fonte:
- Ansa
ALONSO FAVORITO ANCHE DA INCIDENTE PILOTATO A PIQUET IN 2008
(ANSA) – ROMA, 25 LUG – Ha un precedente nel 2002, sempre con
la Ferrari, il contestato sorpasso che oggi ha permesso a
Fernando Alonso di imporsi su Felipe Massa nel Gp di Germania e
che i commissari di gara della Fia hanno giudicato una
violazione delle regole costata alla ‘rossa’ una multa di 100
mila dollari (77 mila euro circa).
Era successo a Zeltweg, in Austria, il 12 maggio. Anche
allora c’era stata una doppietta della casa di Maranello, con
Michael Schumacher che aveva tagliato per primo il traguardo
dopo che Rubens Barrichello, in testa per tutta la gara, si era
fatto superare dopo un’indicazione venuta da Jean Todt.
Schumacher oggi si è detto solidale con Massa, aggiungendo
di non poter commentare un episodio visto solo in Tv. Ma quel
giorno del 2002 l’ex ferrarista se lo ricorda sicuramente bene.
Era successo il finimondo dopo quella gara: fischi, parole di
fuoco, ricorsi in tribunale. Si mobilitarono anche i Codacons in
difesa degli scommettitori ‘defraudati’ ma non servì a nulla.
Flavio Briatore era stato tra i più duri nel dopo gara.
"Una vergogna mai vista – aveva detto – un gesto di cattivo
gusto, una farsa, Schumacher non ha vinto niente, ha vinto
Barrichello". E dire che proprio Briatore doveva poi essere
radiato dalla Formula 1 per il finto incidente al Gp di
Singapore del 2008, con Piquet junior costretto dal manager a
sbattere per favorire la corsa al titolo – guarda caso – del
compagno Fernando Alonso.
Dopo il Gran Premio d’Austria si erano levate salve di fischi
dagli 80 mila presenti sul circuito austriaco e durante la
conferenza stampa avevano fischiato anche alcuni giornalisti,
scandalizzati per la combine. Ralf Schumacher invece era stato
uno dei pochi ad assolvere la scuderia. "Mi dispiace per
Barrichello ma va capita la scelta della Ferrari", aveva detto.
Era poi arrivata anche l’assoluzione di un tribunale
austriaco in seguito a un ricorso presentato da un privato per
asserita manipolazione dell’ordine d’arrivo. "Nessun
regolamento vieta l’ordine che ha dato la Ferrari – aveva
sentenziato il giudice – non c’é alcuna prova o sospetto che
possa far credere che l’ordine della Ferrari mirasse ad
influenzare i risultati delle scommesse". (ANSA).
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