3 Giugno 2021

Ex Ilva, bilancio della newco dopo la sentenza sull’acciaieria

 

 

L’approvazione del bilancio «2020 da parte del cda è in attesa della sentenza del Consiglio di Stato, che si esprimerà sull’appello proposto contro l’ordinanza del sindaco di Taranto di febbraio 2020», che impone lo spegnimento dell’aria a caldo dell’ex Ilva, come già confermato dal Tar Lecce. Lo comunica in una nota Acciaierie d’ItaliaItalia, la newco costituita da Invitalia e Arcelor Mittal, dopo le indiscrezioni sull’approvazione del bilancio. Acciaierie d’Italia sottolinea inoltre che «nell’accordo firmato» da ArcelorMittal «con Invitalia il 10 dicembre 2020, è espressamente previsto che l’approvazione del bilancio 2020 non richiede il voto favorevole di Invitalia o dei consiglieri da essa designati»;e che «i dati riportati da alcuni mezzi d’informazione su alcune poste di bilancio 2020, relativi in particolare al debito verso fornitori, sono privi di ogni fondamento». Acciaierie d’Italia ribadisce infine «di avere sempre goduto di una posizione finanziaria netta largamente positiva, anche alla data di scadenza del bilancio 2020». Intanto l’azienda ha chiesto una nuova cassa integrazione dal 28 giugno per 12 settimane. Sarà però ordinaria e non Covid e il numero massimo è stato dimezzato dagli 8.100 della cassa Covid ai 4 mila della nuova cassa ordinaria.In attesa del Consiglio di Stato, il Codacons, una delle tantissime parti civili nel processo in Corte d’AssiseAssise, ha intanto depositato ai giudici di Palazzo Spada,a Roma, la sentenza del 31 maggio. Il Codacons ha inoltre inviato la decisione della Corte al presidente Sergio Mattarella e a tutti i parlamentari «affinché prendano visione delle decisioni della giustizia e si adoperino per salvare i cittadini di Taranto». La sentenza del Tar Lecce di febbraio scorso ha confermato un’ordinanza del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, di febbraio 2020 che inizialmente è stata sospesa dagli stessi giudici amministrativi su impugnazione delle controparti aziendali. È questa ordinanza del sindaco, infatti, che dispone lo stop agli impianti dell’area a caldo in 60 giorni in quanto fonti emissive pericolose.R.E

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