Evasori si nasce: “Non pagare le tasse è nel Dna degli italiani”, parola di esperto
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fonte:
- Panorama
"Le tasse? È nel dna degli italiani non pagarle". Ne è convinto il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, che, intervenendo a un convegno su "Linea Amica" al Forum PA, aggiunge come la necessità di pagare le imposte vada spiegata "fin dal momento in cui si è al primo impatto con la scuola". E infatti: "Abbiamo creato un kit che distribuiamo a tutte le scuole", spiega Befera. "C’è un dvd con un cartone animato per i bambini dove si spiega perché bisogna pagare le imposte". Ogni giorno i contatti giornalieri dell’Agenzia delle entrate si attestano sui 20 mila. Attraverso "Linea Amica", che il ministro Brunetta dice dal palco del convegno di voler potenziare, avendo chiesto al Governo 50 milioni di euro per costruire "una pesante piattaforma multicanale ict", si vuole istituire un front office del centro multicanale che riduca l’utilizzo degli specialisti alle questioni più complesse. Le problematiche più frequenti, ha precisato Befera, sono in questo momento nelle comunicazioni di irregolarità riguardo le dichiarazioni dei redditi che l’Agenzia invia ai cittadini nel caso in cui si presenti qualche errore nella documentazione. Befera riconosce che "ci sono "difficoltà reali delle imprese nel pagamento delle imposte". Molti contribuenti che ricevono la cartella esattoriale fanno ricorso alla rateazione: attualmente, ammontano a 3 miliardi le imposte per le quali é stata concessa la rateazione. "Questo é un vantaggio per i contribuenti in difficoltà, ma anche per l’amministrazione che altrimenti dovrebbe attivare procedure esecutive", sostiene il direttore dell’Agenzia delle entrate. Italiani allergici alle tasse, forse anche per colpa delle "cartelle pazze" e degli studi di settore fatti con criteri troppo stringenti, almeno secondo " Contribuenti.it – Associazione contribuenti italiani": da gennaio ad oggi secondo l’associazione sono state recapitate 960 mila cartelle pazze, con conseguenti ipoteche sugli immobili, ganasce fiscali su auto e moto, pignoramenti di stipendi e di conti correnti bancari e postali. Numeri che si aggiungono a quelli forniti dal Codacons, secondo il quale dallo scorso giugno a gennaio sono stati 1.6 milioni gli italiani vittime delle cartelle esattoriali sballate. E, dichiara Codacons, "finora gli esattori delle tasse con le cartelle pazze hanno riscosso illegittimamente in 10 anni circa 9,8 miliardi di euro". Le "cartelle pazze" notificate da gennaio ad oggi ai contribuenti italiani riguardano per il 55 per cento multe automobilistiche prescritte o annullate dai giudici di pace, il 32 per cento bolli auto prescritti, già pagati o non dovuti, l’11 per cento la tassa smaltimento rifiuti richiesta erroneamente ai proprietari anziché agli affittuari. C’è anche un 2 per cento, piuttosto sgradevole, di richieste di pagamento imposte sospese ai terremotati abruzzesi. Per tutti vale il principio, dichiarato incostituzionale, del "solve et repete", cioè "prima paghi e poi discutiamo", anche in presenza di sentenze dei giudici di pace o delle commissioni tributarie. E per chi non paga, dopo 60 giorni scattano automaticamente le procedure esecutive con ipoteche sugli immobili, le ganasce fiscali sulle auto e moto, i pignoramenti dello stipendio e dei conti correnti bancari e postali, e come previsto dal "decreto salva crisi", con l’aggravio di un aggio e interessi di mora del 18 per cento. In pratica, i contribuenti dovranno remunerare gli Agenti della riscossione con un compenso pari al doppio di quanto previsto negli anni scorsi. Ci sono anche casi in cui liberi professionisti che guadagnano un reddito inferiore a quello previsto dalle tabelle dell’Agenzia delle entrate siano soggetti a studi di settore che li inseriscano per mesi come potenziali evasori, prima che l’accertamento si concluda. Befera assicura che sono previste novità. La conferma arriva dalla [8] Commissione di esperti per gli studi di settore, organismo che vede riuniti l’amministrazione finanziaria, la società per gli studi di settore e le associazioni di categoria, che ad aprile ha approvato all’unanimità un documento nel quale si precisa che "in relazione ai periodi d’imposta 2008 e 2009 interessati da notevoli modifiche nel mercato provocate dalla crisi, il risultato degli studi di settore sia accompagnato in sede di accertamento anche da altri elementi in grado di rafforzare ulteriormente la pretesa tributaria", suggerendo all’agenzia delle Entrate "particolare prudenza nelle situazioni in cui gli scostamenti saranno di lieve entità". Un passo avanti dalla "civiltà giuridica importante" secondo le associazioni di categoria. Una speranza in più per cambiare il dna degli italiani e stimolarli a pagare le tasse.
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