5 Luglio 2002

Euro ribellione contro i rincari

Squadre di volontari controlleranno gli arrotondamenti Anche Napoli aderisce alla manifestazione: oggi i consumatori proclamano il giorno dell`astensione

Euro ribellione contro i rincari scatta lo sciopero della spesa




Dopo tutto nel mondo dei codici a barre quello siamo: consumatori. Numeri nelle statistiche di mercato, potenziali acquirenti che seminano tracce con la carta di credito. Consumatori che per una volta possono mostrare il proprio potere. Anche a Napoli dove, fatto raro, ci sono più chance che altrove: se al mercatino del Vomero la merce costa cara si può sempre andare a La Starza a Bagnoli oppure a Porta Nolana dove, per frutta e verdura per esempio, la merce costa tra il 10 e il 20 per cento in meno. Dati ufficiali forniti dagli uffici comunali che rilevano i prezzi. Prezzi abbordabili in molte zone nonostante l`euro. Con un`altra consolazione: il divario che si registra ancora più forte se si confrontano i prezzi dei beni di largo consumo (soprattutto i generi alimentari) con quelli di Roma e Milano. L`altra faccia della medaglia nella città a basso reddito.
Non che manchino i motivi per protestare, però. Anche qui ci sono stati rincari ingiustificati (alcuni esempi nella tabella pubblicata a lato ndr). E oggi squadre di volontari faranno controlli a campione per stanare chi arrotonda troppo. Vomero, Posillipo e Chiaia, i quartieri più tartassati: tanto al mercato quanto in pizzeria e al ristorante, i rincari hanno colpito pure la Margherita. Difficile, poi, districarsi nel labirinto delle offerte – tra finte vendite promozionali e saldi anticipati travestiti da liquidazioni – con l`aggravante del rischio fregatura, variabile fissa nella patria delle false griffe. Costano di più anche le borse taroccate e i Cd pirata, per fare un esempio.
E dunque: l`unico modo far mostrare disappunto è non comprare nulla, fare lo sciopero della spesa. Almeno per una giornata. Oggi.
Una protesta indetta da Codacons, Federconsumatori, Adusbef e Adoc per denunciare l`aumento dei prezzi dovuto agli arrotondamenti nella conversione dalla lira all`euro. E i rilevamenti dell`Istat giudicati «parziali» dalle associazioni dei consumatori perché ignorano spese varie – dalla besciamella alle marche da bollo e i ticket sui medicinali – che invece pesano sul bilancio familiare.
I consigli di chi per lavoro tutela i consumatori, a prima vista, sembrano punitivi: rinunciare al caffè e il cornetto al bar; astenersi dalla pausa pranzo e portarsi la merenda da casa; preparare la cena con quello che c`è in dispensa; rinunciare a cinema e teatro. Per un giorno si può anche fare. Come si può rimandare a domani la tentazione di un vestito nuovo o di un paio di scarpe.
Risultato: se solo il venti per cento riuscisse a non tirare fuori il portafogli per 24 ore si provocherebbe un danno di 30 milioni di euro.
«Speriamo di garantire un significativo calo degli acquisti», si augura Giuseppe Ursini del Codacons partenopeo. «L`idea di esercitare un consumo critico è giusta», rilancia l`assessore al Commercio, Raffaele Tecce il quale però ricorda che, per legge, esiste il libero mercato: «E che i nostri controlli possono solo impedire che il ricarico del prezzo sia in nero. Vendere una merce a prezzo maggiorato, di per sé, non è reato». Come dire: il commerciante disonesto può essere incastrato solo per motivi fiscali. Probabile che ce ne sia qualcuno.
Preoccupati dalla rivolta dei clienti?
«I rincari dovuti all`euro non sono generalizzati – ripete fino allo sfinimento Maurizio Maddaloni dell`Ascom – noi siamo i primi a vigilare». È per questo che il 10 di luglio le associazioni di categoria dei negozianti si incontreranno con lo stesso Tecce per fare il punto della situazione.

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