3 Maggio 2002

Euro, a che punto siamo?

Euro, a che punto siamo?


Sono trascorsi ben 4 mesi dall?entrata in vigore della nuova moneta. Passati i primi imbarazzi iniziali che, nonostante fossero prevedibili, hanno causato grandi disagi agli italiani a causa dell?impreparazione e della disorganizzazione di uffici vari, enti ed istituti, ma soprattutto a causa di arrotondamenti praticati dagli avidi commercianti e dallo Stato, il CODACONS ha voluto fare il punto della situazione.
L?associazione ha effettuato cioè un?indagine in tutta Italia, nell?ultima settimana di aprile, presso i propri iscritti e interpellando 15 bar e 20 esercizi commerciali alimentari in varie città per verificare quale sia il grado di adattamento degli italiani all?euro, e se i problemi connessi al changeover continuino oppure siano stati superati con successo. E i risultati sono davvero sorprendenti.
Il dato che emerge con imponenza è quello che vede il 90% dei cittadini ragionare ancora in lire. La stragrande maggioranza degli italiani, infatti, al momento di effettuare i pagamenti continua a fare il confronto con le lire, non riuscendo ancora a staccarsi dalla precedente valuta. Il 35% inoltre è ancora preda della confusione e non riesce a districarsi bene tra centesimi e nuove banconote. Questi i principali problemi:
– difficoltà a distinguere in maniera immediata i centesimi da 1, 2, 5, 10, 20 e 50;
– confusione tra le monete da 1 e 2 euro, in quanto troppo simili;
– difficoltà a calcolare in breve tempo il resto esatto.

I problemi maggiori si hanno al sud (53% del totale, centro 27%, nord 20%).
Ma il dato forse più preoccupante è quello che vede l?80% degli intervistati convinto di spendere di più a causa dell?euro. Tralasciando il fenomeno degli arrotondamenti, infatti, si è sviluppato un meccanismo psicologico che porta i cittadini a credere di esser vittime di un “dimezzamento“ delle proprie disponibilità economiche. Da qui probabilmente deriva quel 70% di cittadini disposti a far rientrare anche subito la lira al posto dell?euro.
Analizzando le fasce d?età considerate si nota che i più preparati all?euro sono sicuramente i bambini, anche grazie ai corsi tenuti dai docenti nelle scuole e ad una maggiore flessibilità mentale. Chi invece risulta più a rischio sono gli anziani, in particolare gli ultra-sessantacinquenni, ancora restii nei confronti della nuova moneta e spesso vittime di raggiri. Addirittura il 25% degli anziani interpellati è convinto di ricevere resti in euro sbagliati.
Questa indagine rivela quindi una euro-situazione non certo rosea. Se infatti i vari comitati, pagati profumatamente dal Governo, hanno svolto la loro – a volte discutibile – attività prima e durante il changeover, gli stessi sono scomparsi nel nulla dopo le prime settimane, convinti forse che l?opera svolta fosse sufficiente ad avvicinare gli italiani all?euro. Il CODACONS punta il dito in particolare contro il Comitato Euro presieduto da Del Bufalo. Che fine ha fatto? Si chiede l?associazione di consumatori. Quale assistenza sta dando ai cittadini?

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