Esposto del Codacons contro Draghi, Conte e Speranza “Violate libertà fondamentali”
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fonte:
- Il Quotidiano del Sud
Mario Draghi, Giuseppe Conte, Roberto Speranza e tutto il Governo della Repubblica finiscono nel mirino del Codacons per la gestione della pandemia e il disinvolto utilizzo di poteri costituzionali e strumenti normativi. Una serie di provvedimenti in due anni di stato di emergenza sanitaria che ha messo in crisi i principi basilari di un sistema liberldemocratico come quello italiano, tra limitazioni delle libertà fondamentali e discriminazioni tra cittadini. La denuncia-querela parte proprio da Reggio Calabria. Ad opera dei vertici locali dell’associazione dei consumatori, le avvocatesse Antonia Condemi e Denise Serena Albano che, patrocinate dal penalista Angelo di Lorenzo, presidente dell’associazione “Mille avvocati per la Costituzione”, hanno depositato l’esposto presso la Procura della Repubblica di Roma. All’iniziativa legale ha aderito anche il numero uno del Codacons Calabria, Francesco di Lieto, depositando identico atto innanzi alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria.Al centro le «palesi violazioni dell’ordinamento costituzionale e della personalità dello Stato» commesse attraverso «l’utilizzo indebito, “sotto la propria responsabilità” ai sensi dell’art. 77 Cost., del potere politico spettante al Parlamento e con l’approvazione, da ultimo, del Decreto Legge n.105 del 23 luglio 2021 con cui è stato illegalmente prorogato lo stato di emergenza di rilievo nazionale adottato dal Consiglio dei Ministri con decreto del 31 gennaio 2020 ai sensi e per gli effetti dell’art 24 del D.lgs. n.1 del 2 gennaio 2018». Per i denuncianti tale provvedimento normativo, «sull’abbrivio di quelli adottati a decorrere dal 31 gennaio 2020, prorogando una condizione emergenziale oltre la data di scadenza di durata massima prevista dalla legge, ha realizzato la finalità di prorogare anche la concentrazione in capo all’organo esecutivo del potere legislativo appartenente ad altro organo costituzionale, con un meccanismo impositivo, autoritario ed affatto democratico». Così fa-cendo «l’esercizio del potere politico usurpato dal Governo gli ha consentito di esercitare la funzione legislativa e produrre un profluvio di provvedimenti ove il “più alto in grado” era (ed è) il decreto legge, al di sotto del quale si è collocata la variopinta produzione di natura amministrativa (dpcm, dcm; dm; regolamenti; circolari; chiarimenti; protocolli; linee guide e addirittura faq) che hanno, di fatto, sovvertito l’ordinamento democratico, l’ordine costituzionale, la gerarchia delle fonti ed il rispetto dei diritti della persona umana». Sembra di sentire le parole di Sabino Cassese, ex ministro ed ex giudice della Corte costituzionale, quando ebbe a dire: «Non arriverei a dire che il governo calpesta la Costituzione, ma sicuramente l’ha un po’ dimenticata e messa da parte sin dall’inizio. L’ha un po’ stropicciata». Ancora più netto il giudizio di Codacons e “Mille avvocati per la Costituzione”, che lamentano, nella gestione dell’emergenza coronavirus da parte di Palazzo Chigi, la compressione di diritti “fondamentali” costituzionalmente riconosciuti ai cittadini e, ad oggi, «privati, sospesi, impediti o limitati attraverso una normazione di secondo livello irrispettosa dei precetti costituzionali e del metodo democratico». Ad esempio, si legge nella denuncia, «la quarantena, l’isolamento fiduciario, il coprifuoco, l’obbligo di permanenza domiciliare, l’obbligo indossare la mascherina e le altre restrizioni imposte alla libertà personale con metodi e strumenti (Dpcm o Decreti ministeriali) diversi da quelli indicati dalla regola fondamentale, risultano non solo illegittimi ma addirittura illegali». Oppure, «l’imposizione autoritaria, diretta e indiretta, dell’accettazione acritica della politica governativa che non tiene conto della dignità e dell’opinione del popolo (attraverso il Parlamento)e della persona in ordine alla sottoposizione ad un trattamento sanitario in fase di sperimentazione (con l’assunzione di un siero autorizzato in via straordinaria e soggetto a monitoraggio addizionale dagli Enti regolatori), costituisce un obbligo illegittimo, subdolo e illegale».E ancora, «la chiusura, l’impedimento o la sospensione dell’iniziativa economica per la quasi totalità della popolazione (la cui attività non sono state ritenute “‘essenziali” dal Governo), oltre a cagionare un grave danno al tessuto economico e sociale al Paese, costituisce una vera e propria violenza privata, rimasta priva di risarcimenti proporzionati e satisfattivi dei danni economici conseguiti direttamente (ed esclusivamente) dalle decisioni assunte dal Governo nella sua politica di contrasto al virus». La lunga e articolata denuncia del Codacons mette in fila numerosi profili di illegittimità dello stato di emergenza dichiarato il 31 gennaio 2020, «come peraltro la sua proroga è stata illegale e costituisce reato». Da qui «l’illegittimità degli atti normativi e amministrativi su di esso basato». Nella querela contro Governo, presidente del Consiglio attuale e precedente e ministro della Salute, si individua infine tutta una serie di fattispecie di reato, tra cui addirittura l’associazione con finalità di eversione dell’ordine democratico, la cospirazione politica mediante accordo, l’attentato contro la costituzione dello Stato e l’attentato contro gli organi costituzionali e contro le Assemblee regionali, l’usurpazione di potere politico, l’attentato per finalità terroristiche o di eversione, la concussione, la pubblica estorsione.
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