29 Marzo 2011

Esplode la gioia dei truffati “Ora dateci i soldi”

Esplode la gioia dei truffati "Ora dateci i soldi"
 

Finalmente li hanno arrestati, ora vogliamo soldi o mobili, grazie»; «e ora speriamo ci rimangano il più a lungo possibile»; «S-T-U-P-E-N-D-O»; «con affetto ringrazio la Gdf, lasciateli dentro e sequestrate tutto il possibile grazieeeeeeeeeee». Il giorno degli arresti di Gianmauro Borsano, Renato Semeraro e Beppe Gallo per il crac Aiazzone, il web esplode. Migliaia di clienti truffati in tutta Italia, che in questi mesi hanno usato la Rete prima per chiedere informazioni e poi per sfogarsi, oggi cantano vittoria. Per mesi hanno atteso i mobili che avevano acquistato e quando hanno capito che non li avrebbero mai visti, hanno cercato di rientrare in possesso perlomeno dei soldi spesi. Sembrava impossibile, la frustrazione aumentava. «Ma com’ è possibile che in Italia si permetta una truffa del genere? Nessuno fa nulla?» postava qualche settimana fa una delle clienti su una delle tante pagine facebook nate in queste settimane. Alla fine qualcuno ha fatto qualcosa e ora le misure cautelari soddisfano almeno in parte quel senso di impotenza. Ma ora che fine faranno le denunce? L’ indagine di Roma non rischia di allontanare ulteriormente il recupero dei soldi? Non lo pensano le associazioni dei consumatori, in queste settimane chiamate a un superlavoro per raccogliere i clienti sparsi in tutta Italia. «Questi arresti potrebbero agevolarci – sostiene Giovanni Dei Giudici, presidente regionale di Federconsumatori -. A questo punto le varie finanziarie che hanno prestato i soldi per l’ acquisto dei mobili hanno perlomeno mancato di fare una verifica sul venditore, chiaramente poco affidabile. Questa loro mancata sorveglianza rende ancora più corretta la richiesta che abbiamo presentato: le finanziarie devono sospendere le rate non ancora pagate e restituire quelle già versate nel caso in cui i clienti non abbiano ricevuto nemmeno un mobile». Anche l’ Acu Piemonte, altra associazione che insieme al Movimento Consumatori si è occupata del caso AiazzoneEmmelunga, si dice tranquilla: «Per noi non cambia nulla – sostiene Gianni Longo, presidente dell’ associazione -. Gli unici da cui possiamo ottenere qualcosa sono Fiditalia e le altre finanziarie che hanno prestato i soldi ai clienti. Anzi, gli arresti dimostrano come dietro il rilancio del mobilificio ci fosse un raggiro e questo favorirà l’ apertura di un tavolo al ministero dello Sviluppo Economico che già nelle settimane passate aveva annunciato di voler aiutare i clienti truffati». Il Codacons auspica che gli arresti portino a risultati concreti. A Torino, sulla scrivania del presidente del tribunale fallimentare, giacciono due istanze: la prima – della procura chiede il fallimento di Panmedia (la società di Beppe Bersano che ha gestito il marchio Aiazzone negli ultimi mesi); la seconda è del ministero che invece ne chiede l’ amministrazione straordinaria. «E’ chiaro che l’ indagine romana – spiega l’ avvocato Tiziana Sorriento -, che sospetta la contraffazione di documenti per ottenere l’ amministrazione straordinaria, farà pendere l’ ago della bilancia verso il fallimento. I clienti potranno solo insinuarsi nel passivo, con il rischio di recuperare poco non essendo creditori privilegiati come banche, dipendenti e fornitori. Ma la sostanza non cambia: anche un concordato ottenuto su carte fasulle avrebbe dato poche possibilità: se davvero le società sono state spolpate, con l’ amministrazione straordinaria forse si sarebbero potuti salvare solo i fornitori e i dipendenti». La notizia tanto attesa corre sul Web: «Grazie Finanza, sequestrate più beni possibile»
 

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