Esplode il caso Benigni Stasera diserterà l’Ariston?
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fonte:
- Gazzetta del Sud
ROMA Roberto Benigni è a Roma, sta provando, non è ancora partito per il festival di Sanremo e c’è anche chi teme un’amara rinuncia dopo le polemiche diventate ieri molto pesanti. Fa discutere a livello politico ma anche dentro la Rai l’accordo prima serata di Sanremo, valutata 350 mila euro, in cambio dei diritti home video delle sue apparizioni in Rai. E il Codacons va dritto al dunque chiedendo con un esposto urgente inviato alle Procure della Repubblica di Sanremo e di Roma e alla Corte dei Conti, il sequestro dei contratti stipulati dalla Rai con Paolo Bonolis e con Roberto Benigni «al fine di verificare se possano essere configurabili o meno sprechi di risorse pubbliche a danno della collettività». Una lettera datata venerdì 13 febbraio e arrivata ieri sul tavolo dei direttori di Pianificazione e Controllo, Sviluppo Commerciale e Affari Legali e per conoscenza al direttore generale Claudio Cappon, inviata dall’amministratore delegato di Rai Trade Luca Nardello, mette in guardia la Rai sul danno che si starebbe realizzando dando vita all’accordo-baratto che priverebbe per sempre la Rai del Benigni homevideo. Nardello fa due conti: seguendo un listino con condizioni trasparenti per evitare discriminazioni di mercato, si prevedono per lo sfruttamento dei diritti materiali Home video nel mondo un corrispettivo base di euro 2.200 al minuto (e negoziando condizioni ad hoc per minutaggi consistenti). Secondo queste cifre, se a Benigni sono stati ceduti 500 minuti, il valore di mercato al quale potrebbe acquistarlo un editore che volesse realizzare un dvd, sarebbe di un milione e 100.000 euro, se i minuti arrivassero addirittura a 1000 il valore arriverebbe a 2.200.000 euro. Il presidente dei senatori Pdl Maurizio Gasparri arriva a ipotizzare di «chiamare Cappon a rispondere legalmente dei danni patrimoniali che potrebbe causare alla Rai. Invece di fare regali a Benigni, la Rai paghi il giusto e ascolti Rai Trade che diffida Cappon da una cessione non motivata di diritti dal valore ingente. Siamo pronti a tutelare la Rai da sue scelte sbagliate». Il direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce ha difeso le scelte Rai che a suo dire «non ci rimette nulla». E sui diritti home video ha aggiunto: «i diritti non sono sfruttabili se non c’è un accordo con la controparte. Benigni non ne era in possesso e non poteva raccogliere materiale su dvd, ma neanche la Rai poteva farlo». E se Benigni ci ripensasse sull’onda delle polemiche, il danno all’immagine della Rai sarebbe, si dice, clamorosa, così come il milione di euro che perderebbe di pubblicità, tanto infatti induce la partecipazione di Benigni in spot. La cessione dei diritti home video mondo, in cambio della partecipazione al festival, riguarderebbe, secondo quanto ha appreso l’Ansa, non solo il diritto d’immagine ma anche il master, ossia la prima copia delle immagini. E in perpetuo. E per tutti i supporti di home video anche futuri. Non ci sono precedenti a questa cessione totale home video, se non dello stesso Benigni con la sua società Melampo per "La Divina Commedia". Altro esempio di cessione, più limitata, è quella fatta a Fiorello per un dvd su Viva Radio Due. Rai Trade, scrive nella lettera Nardello, aveva avviato una trattativa con la Melampo che prevedeva una compartecipazione agli utili (30-35%) da parte della Rai che così manteneva una quota. L’accordo-"baratto" con Benigni avrebbe provocato le ire di altri grandi personaggi, come Baudo e Arbore. E rischierebbe di avere conseguenze anche per un’altra importante trattativa in corso da vari mesi, quella con Celentano che ha chiesto alla Rai le sue immagini tv per l’home video.
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