17 Febbraio 2012

Esperti preoccupati: mercato in prognosi riservata

Esperti preoccupati: mercato in prognosi riservata

 Roma. Il mercato europeo dell’auto ha aperto male il nuovo anno. A gennaio le immatricolazioni superano di poco il milione di unità, con una flessione del 6,6% sullo stesso mese del 2011.
I dati diffusi ieri dall’Acea, che associa i produttori europei di auto, dicono che l’Italia e la Francia replicano la caduta di dicembre, mentre la Germania e il Regno Unito rimangono sui livelli di un anno fa. In lieve crescita la Spagna, per effetti di calendario.
Per il direttore generale dell’Anfia, Guido Rossignoli, “non siamo ancora usciti dalla crisi economica: permangono quindi le preoccupazioni già espresse per l’andamento del mercato nell’anno in corso”.
L’Italia registra in gennaio una caduta delle immatricolazioni da 165.073 a 137.119 nel confronto con il 2011. Un calo del 16,9% che ci porta indietro, all’inizio degli anni Ottanta. Le marche italiane hanno registrato nel mese 69.479 unità (-15,9%), tuttavia si hanno segnali di crescita per il modello Jeep e anche per Lancia-Chrysler. A giudizio dell’Unrae, l’associazione delle case automobilistiche estere, la flessione italiana penalizza l’Europa. L’Italia ha una giustificazione, l’assenza totale di azioni a sostegno dell’auto.
I funerei spioni del disastro, i dirigenti di Moody’s non hanno perso l’occasione per annunciare di aver ridotto le stime a breve. Per l’Italia si pregusta un calo del 7% a quasi 13,4 milioni di unità. Moody’s pensa di rivedere al rialzo le previsioni su VW e Daimler, perché hanno una clientela sul dinamico mercato americano. General Motors, con utili record nel 2011, pari a 9,09 miliardi di dollari, ha fatto il sorpasso di Toyota, ora è la prima. In Italia l’unico “boom” è quello delle “auto blu”, nonostante il limite posto (per motivi di austerità e decenza) alle cilindrate superiori ai 1600 cc.
Nel 2011, nonostante un calo del 10%, il parco delle auto blu sfiora le 65 mila unità. Per il 79% si tratta di auto di proprietà pubblica e solo il 10% sono a noleggio senza conducente. Tra i marchi più diffusi, le grosse cilindrate di Fiat, Alfa Romeo e Lancia. I possessori non subiranno sanzioni dirette, ma rischiano una denuncia per “danno erariale”.
Per il Codacons sono troppe le 64.524 auto blu, una ogni 937 abitanti, i quali subiscono ogni giorno le prepotenze dei politici, scortati da moto della polizia, per farsi strada a sirene spiegate.
Che fare per fronteggiare la crisi che coinvolge le aziende italiane del settore delle quattro ma anche delle due ruote? Un tavolo comune è l’obiettivo che si pongono Confindustria Ancma (che riunisce i produttori di due ruote), Federveicoli e Unrae. “La scorsa settimana – ha affermato il presidente di Confindustria Ancma Corrado Capelli – abbiamo aperto un tavolo informale di lavoro e la nostra speranza è di arrivare presto ad una strategia comune per fronteggiare le criticità.
Paolo R. Andreoli

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