Escursioni fatali, altre due vittime in montagna
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fonte:
- Il Gazzettino
La sequenza dei morti in montagna sta assumendo livelli di assoluto allarme. Anche ieri due nuove vittime e vari feriti. Un alpinista veronese è morto sul massiccio del Monte Bianco, mentre scalava, assieme ad altri tre compagni, il Mont Maudit, al confine tra Italia e Francia, sulla parete di roccia e ghiaccio chiamata Kuffner. Si tratta di Marco Righetti, architetto di 53 anni. La salma si trova, in attesa dell’autorizzazione all’espatrio, nella camera mortuaria del cimitero di Chamonix (Francia). L’incidente, avvenuto intorno alle 6, a 3900 metri di altitudine, in territorio francese, e sarebbe stata causato, secondo quanto ha spiegato il "Peloton specialise haute montagné" della gendarmeria di Chamonix, da una caduta di pietre che ha investito l’uomo, tranciando la corda alla quale era assicurato e facendolo precipitare per 200 metri. Il compagno di cordata e gli altri due alpinisti, che formavano un’altra cordata, sono illesi e sono stati trasportati in elicottero a Chamonix. Un altro alpinista ha perso la vita ieri poco dopo le 10 sul Monte Breithorn orientale nel massiccio del Monte Rosa, a circa 4mila metri di altitudine e un compagno è rimasto ferito. A perdere la vita è stato Bruno Armando, 50 anni, di Torino. Assieme al compagno di cordata Sebastiano Zanetti, 43 anni, di Orbassano (Torino), stava salendo lungo un tratto ripido del ghiacciaio. Forse a causa di una scivolata i due sono precipitati in un crepaccio. Zanetti è stato ricoverato in osservazione per un trauma cranico al pronto soccorso dell’Ospedale Parini di Aosta, mentre la salma di Armando si trova nella camera mortuaria di Champoluc. I due sono caduti in un crepaccio nella zona terminale del ghiaccio. Sul posto sono intervenute con l’elicottero le guide del soccorso alpino valdostano, che hanno recuperato i due alpinisti, dopo più di un’ora di lavoro e la Guardia di Finanza di Cervinia che sta indagando sull’accaduto. Sempre nel Valdostano, il soccorso alpino ha recuperato nel primo pomeriggio di oggi due alpinisti francesi feriti, che si trovavano ai piedi del Dente del Gigante, un pilastro roccioso situato nella parte settentrionale del massiccio del Monte Bianco. All’origine dell’incidente ci sarebbe una caduta di uno dei due che avrebbe trascinato l’altro. I due uomini sono stati trasportati all’Ospedale Parini di Aosta. Un’escursionista di 57 anni, di Cittadella in provincia di Padova, è scivolata in località Gront, non distante dai laghi d’Olbe nel Bellunese e si è procurata un trauma al polso. La donna è stata portata a valle in fuoristrada dagli uomini del Soccorso alpino di Sappada. E due alpinisti trevigiani, uno di 27 anni di Motta di Livenza e uno di 26 anni di Volpago del Montello, sono rimasti incrodati nella fase di discesa della scalata della Torre Dulfer sui Cadini di Misurina. I due non sono più riusciti a scendere quando le corde sono rimaste incastrate nella roccia rendendo impossibile ogni manovra in sicurezza. Nonostante il maltempo gli alpinisti sono stati avvicinati dagli uomini del Soccorso alpino con un elicottero e quindi sono tratti in salvo. Sugli incidenti mortali avvenuti ieri è intervenuto con una sua nota anche il Codacons, l’associazione per la difesa dei diritti dei consumatori: «Quello che è certo è che non è possibile parlare ogni volta di inevitabili fatalità. Sono troppi i morti ogni anno perché si possa parlare di semplici incidenti». Il Codacons chiede pertanto alla Procura di aprire un fascicolo per individuare con esattezza la dinamica in particolare dell’incidente del Monte Bianco e le sue precise cause: se ad esempio la corda fosse «sufficientemente sicura per quel tipo di scalata». L’associazione dei consumatori punta all’introduzione di norme di sicurezza che stabiliscano i requisiti minimi delle attrezzature per ogni tipo di scalata: dalle corde agli scarponi.
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