Emergenza tubercolosi Test per le maestre d’ asilo
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fonte:
- la Repubblica
Il test della Tbc anche per i dipendenti pubblici. Solo per chi volesse farlo, naturalmente. E solo per chi presenta specifici sintomi. Dopo il caso dei neonati contagianti nella nursery del Gemelli (122 bebè) – dall’ infermiera ammalata di tubercolosi – il Campidoglio ha deciso di sottoporre al test di Mantoux anche insegnanti di nido, autisti di pulmini, cuoche delle mense e ogni dipendente che si sente a rischio Tbc. Del resto il 12 per cento degli italiani, se sottoposto al test risulterebbe positivo. Come positivo ha detto di essere ieri anche il ministro della Salute Ferruccio Fazio. L’ operazione "screening comunale" potrebbe partire già fra una decina di giorni. Ieri, un primo incontro tra il vice sindaco Sveva Belviso, nonché assessore alle politiche sociali e Massimo Nardi, direttore dell’ Ipa (Istituto di previdenza e assistenza dei dipendenti del comune di Roma). "Abbiamo pensato di ampliare il numero di analisi che possono fare gli impiegati, introducendo anche quella per la Tbc – spiega Sveva Belviso – E questo non per creare allarmismi. Anzi. Ma per cercare di venire incontro alle esigenze di chi vuol sentirsi più sicuro". Il test, che ha un costo molto basso, verrà effettuato solo su richiesta e solo se ci sono effettive sintomatologie. Sul portale del Comune sono specificati quali sono i sintomi sospetti. Tra questi, la tosse che persiste per più di tre settimane, sudorazione notturna e ipersudorazione durante il giorno. Il direttore del Dipartimento malattie infettive dell’ Istituto superiore di Sanità, Giovanni Rezza, nel corso di un convegno organizzato dal Codacons ha annunciato comunque che il ministero sta procedendo "a varare nuove linee guida per rendere più stretti i controlli, soprattutto nelle neonatologie". Sul fronte neonati "positivi", intanto è emerso un nuovo "pasticcio" denunciato da una coppia di genitori. I loro bambini (due gemelli partoriti al policlinico Gemelli lo scorso maggio) erano risultati negativi al test della tubercolosi, fatto ad agosto. Glielo aveva comunicato via mail la direzione sanitaria del San Camillo. Ma, ieri ritirato l’ esito direttamente all’ ospedale, i genitori hanno avuto l’ amara sorpresa: uno dei due neonati deve ripetere il test al Quantiferon. Anche se negativo, il valore presentato dal bimbo (0,25) è vicino al valore soglia (0,35), definito "borderline" e quindi va fatto un ulteriore approfondimento. Ma nessuno finora aveva avvertito la famiglia. Si sfogano padre e madre: "Il nostro bambino, se positivo, avrebbe già perso un mese di cure, e addirittura potrebbe essersi ammalato".
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