21 Maggio 2014

Emergenza casa, ok alla legge Tasi, il rinvio nel 90% dei casi

Emergenza casa, ok alla legge Tasi, il rinvio nel 90% dei casi

ROMA C’ è la casa al centro dei provvedimenti del governo con dubbi e confusione per lo slittamento della Tasi ma anche con il via libera all’ atteso decreto sull’ emergenza abitativa. La Camera ha approvato ieri definitivamente il decreto che prevede sconti per chi affitta, finanziamenti ma anche lotta all’ abusivismo. Il provvedimento, al termine di un iter tempestoso che ha richiesto anche il ricorso alla fiducia, è stato approvato con 272 sì e 92 no e la maggioranza che ha votato compatta. Soddisfatto il ministro per le Infrastrutture Lupi: «Finalmente una legge che affronta organicamente il problema casa e non il solito decreto tampone che si limita al vecchio rito della proroga degli sfratti». In contemporanea alla votazione ci sono stati momenti di tensione fuori Montecitorio, dove manifestavano i movimenti che sostengono le occupazioni: agenti della Digos hanno fermato in piazza il loro leader Paolo Di Vetta che è stato posto agli arresti domiciliari. «Questa è una dichiarazione di guerra», hanno urlato i militanti. La novità principale del decreto ormai diventato legge è che chiunque occuperà una casa, anche se vuota, non potrà vedersi allacciati né acqua, né gas, né luce. In più, per cinque anni, non potrà venir iscritto nella lista per avere una casa popolare. Inoltre vengono poi prorogati i benefici per gli inquilini che denunciano di pagare l’ affitto in «nero». Quanto ai finanziamenti, oltre 325 milioni si aggiungono al Fondo nazionale per il sostegno all’ accesso alle abitazioni in locazione e a quello destinato agli inquilini morosi incolpevoli. Contemporaneamente viene svincolato il bonus di 10mila euro per l’ acquisto di mobili ed elettrodomestici dalla cifra che si spende per ristrutturare l’ abitazione. Infine c’ è la cosiddetta «cedolare secca» per i contratti a canone concordato stipulati nei maggiori comuni italiani e in quelli più popolosi. Un grosso capitolo è riguarda poi l’ Expo. Si stanziano 25 milioni per il Comune di Milano che arrivano da un corrispettivo taglio ai fondi per la stabilizzazione dei precari della Pubblica amministrazione. E c’ è il via libera alla deroga per la società Expo2015 del Codice degli appalti per i contratti di sponsorizzazione e le concessioni di servizi. TASI CAOS. Il pagamento della prima rata della nuova imposta locale sulla casa slitta di tre mesi, dal 16 giugno a settembre, per quasi la totalità dei contribuenti, più o meno il 90%. Ma non è escluso che il rinvio, che vale solo per i Comuni ritardatari che non hanno ancora deliberato sulle aliquote, possa arrivare fino ad ottobre. Il governo ha annunciato infatti lo slittamento ma non ha fatto date precise e per saperne di più si dovrà attendere l’ apposito decreto che verrà varato probabilmente domani. Una certezza però rimane: la prima rata dell’ Imu sulle seconde case e quelle di lusso si paga come sempre a giugno e con le vecchie aliquote. Al momento solo il 10% degli 8.092 Comuni italiani ha deliberato sulle aliquote e le detrazioni della Tasi e messo quindi i cittadini in grado di calcolare gli importi da pagare. Anche perché, tra le cose da decidere, c’ è anche la quota della Tasi (tra il 10% e il 30%) a carico degli eventuali inquilini. Ma contro lo slittamento ci sono già le prime iniziative: il Comune di Varese che chiederà alla Consulta di pronunciarsi sulla costituzionalità dell’ intera tassa. E anche i consumatori del Codacons parlano di decisione «illegittima» e di «misura ingiusta che crea disparità di trattamento tra i cittadini». E anche gli operatori si dicono preoccupati: «L’ applicazione della Tasi, oltre a rappresentare un consistente incremento di tassazione che le imprese stremate dalla crisi avranno difficoltà a sostenere», dice il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, «rappresenta in termine di adempimenti un groviglio che poteva essere evitato». In difficoltà sono anche i Comuni, che da una parte sono «colpevoli» dei ritardi ma dall’ altra rischiano di trovarsi senza risorse sulle quali puntavano. Il presidente dell’ Anci, Piero Fassino, giudica la scelta dal governo come la «soluzione più ragionevole» ma il problema resta, così come il caos. In base ai dati della Uil su 32 città capoluogo che hanno deliberato la Tasi, in 12 di queste – tra le quali Milano – si pagherà più dell’ Imu pagata nel 2012. E ancora, con applicazioni diverse da Comune a Comune, si rischia di avere oltre 75mila combinazioni differenti di detrazioni per l’ imposta.

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