ELEZIONI: CODACONS, RICORSO TAR CONTRO TOGHE IN POLITICA
-
fonte:
- AGI
(AGI) – Roma, 28 dic. – Il Codacons ha notificato oggi il primo ricorso al Tar del Lazio “contro l’ingresso dei magistrati in politica. Nello specifico, con questo ricorso l’associazione ha chiesto ai giudici di sospendere il provvedimento con il quale il CSM ha deliberato il collocamento in aspettativa per motivi elettorali dell’ex Pm della Procura di Palermo, Antonio Ingroia”.
“E analogo ricorso – annuncia il Codacons – e’ in fase di preparazione per i magistrati Pietro Grasso, Stefano Dambruoso e Stefano Amore, i quali hanno annunciato in questi giorni la discesa in campo alle prossime elezioni, e per gli altri che dovessero farlo a breve (come Simonetta Matone). Alla base dell’iniziativa legale del Codacons un principio essenziale: i magistrati non possono passare dal mondo della giustizia a quello politico per poi tornare a fare i magistrati, perche’ le informazioni da essi acquisite nel corso dell’attivita’ di Pm potrebbero essere utilizzate a fini politici, mentre l’imparzialita’ del loro operato non sarebbe piu’ garantita in caso di rientro in magistratura”. Nel ricorso del Codacons, poi, sono richiamati alcuni principi che evidenziano come il passaggio dei magistrati dalla giustizia alla politica e viceversa, rappresenti una gravissima violazione della Costituzione Italiana, e pertanto non sia in alcun modo ammissibile: “l’art. 104, primo comma della Costituzione – spiega una nota – chiarisce che “La magistratura costituisce un ordine autonomo ed indipendente da ogni altro potere”, mentre l’art. 111 della Costituzione prescrive che “la giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge. ogni processo si svolge ? davanti a giudice terzo ed imparziale”. Se da un lato l’art. 51 della Costituzione dispone che “Tutti i cittadini, dell’uno e dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici ed alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge” e che “Chi e’ chiamato a funzioni pubbliche elettive a diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro”, non puo’ negarsi che il diritto all’elettorato passivo possa subire delle limitazioni o quanto meno possa essere sottoposto alla verifica di assenza di determinate condizioni quanto a candidarsi sia un soggetto che rappresenti ed eserciti il potere giudiziario, in quanto in questi casi e’ evidente il rischio che venga pregiudicato il principio di imparzialita’, di indipendenza, di prestigio dell’ordine giudiziario stesso. L’aspettativa per impegni elettorali, difatti, costituisce l’illegittimo “canale di collegamento” tra due poteri dello Stato i quali sono e devono rimanere separati tra di loro. Le cd. “navette” dalla carriera parlamentare a quella giudiziaria, purtroppo diffuse nella prassi, attentano al principio di separazione dei poteri e devono ritenersi assolutamente incostituzionali”.
Sulla base di tali principi, il Codacons “non solo ha chiesto al Tar di annullare il nulla osta concesso dal Csm a Ingroia, ma ha formalmente diffidato il Csm a non adottare alcun analogo provvedimento nei confronti dei magistrati Pietro Grasso, Stefano Dambruoso e Stefano Amore i quali, una volta entrati in politica, non dovranno piu’ far ritorno alla giustizia”. (AGI) Ted
-
Sezioni:
- Rassegna Stampa
-
Aree Tematiche:
- VARIE
-
Tags: Antonio Ingroia, Costituzione, csm, Elezioni, giudici, imparzialitĂ , magistrati, pm, Tar del Lazio