6 Ottobre 2000

Elettrosmog, la legge slitta ancora E il giudice processa il Vaticano

ROMA —
Brutte notizie dal fronte dell’elettrosmog. L’assemblea del Senato
avrebbe dovuto cominciare a discutere questa settimana l’attesa
legge quadro, ma a sorpresa la conferenza dei capigruppo non l’ha
calendarizzata, rinviandola a dopo il 4 novembre: se fosse davvero
così, visto l’incombere della legge finanziaria significherebbe
rinviare la discussione al prossimo anno. Con il rischio di far
saltare tutto per la non remota possibilità di una chiusura
anticipata della legislatura. Per le lobby che in questi messi hanno
lavorato con discrezione e sapienza sarebbe un risultato eccellente,
molto meno per i cittadini che sono esposti a dosi di inquinamento
elettromagnetico non di rado superiori a quanto sarebbe opportuno e
che ieri con associazioni come Legambiente, Verdi ambiente e società
e Codacons hanno fatto la voce grossa.
A riprova che piove
sempre sul bagnato, a questa notizia se ne aggiunge un’altra che la
completa: la Corte dei Conti ha bocciato il finanziamento di 700
milioni all’anno per 5 anni deciso dal ministero dell’Ambiente per
dare il via ad una indagine sugli effetti sanitari a medio e lungo
termine dell’esposizione alle onde elettromagnetiche. Lo studio era
stato affidato dal sottosegretario Valerio Calzolaio ad uno degli
istituti più accreditati, la fondazione Ramazzini di Bologna, un
istituto di fama europea diretto da un luminare come il professor
Maltoni. Ma la Corte dei Conti ha dato parere negativo sostenendo
che, non trattandosi di un istituto pubblico, per concedere lo
stanziamento ci sarebbe dovuta essere una gara. Un ottimo modo per
perdere altro tempo. Ma tant’è.
Adesso il ministero
dell’Ambiente dovrà fornire le sue controdeduzioni e sperare in
bene. Da parte sua il sottosegretario Calzolaio, che da anni si
batte sul fronte dell’elettrosmog, si è detto «molto sorpreso» della
decisione del Senato «visto anche che questa è una delle poche leggi
che il presidente Amato, nel dibattito sulla fiducia, ha considerato
indispensabile approvare entro la legislatura». «Comunque — ha
aggiunto — ho parlato sia con il presidente del Senato Nicola
Mancino che con il misistro dei rapporti con il parlamento Patrizia
Toia che mi hanno assicurato che martedì prossimo la questione sarà
ridiscussa». «Mi auguro — ha concluso — che il parlamento la dibatta
e la approvi. Tuttavia, se così con fosse, ribadisco che sulla base
di due ordini del giorno approvati da Senato e Camera lo scorso 17
luglio il governo si ritiene impegnato a presentare al più presto un
decreto sui limiti di esposizione per due categorie: i lavoratori
professionalmente esposti e chi vive o lavora nei pressi degli
elettrodotti. A questo decreto, che sarà pronto entro novembre, già
sta lavorando il minstero dell’Ambiente».
Rimane invece ben
calda la questione delle emissioni elettromagnetiche degli impianti
di Radio Vaticana dopo che il pm romano Gianfranco Amendola ha
concluso l’indagine e chiederà il processo per i responsabili della
gestione del funzionamento dell’emittente. Secca la replica di radio
Vaticana che ha ricordato come la questione «è oggetto di
approfondimento tecnico e giuridico tra Italia e Santa Sede» e che
in un incontro alla farnesina le parti avevano concordato «come
primo passo una misurazione congiunta dell’intensità delle
emissioni».

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