15 Aprile 2010

Elettrodomestici e moto, sconti “a scalare”

A disposizione un fondo di 300 milioni. Critici Industriali e Codacons: incentivi insufficienti

ROMA Incentivi al via. Da oggi sarà possibile acquistare con lo sconto ciclomotori, cucine, elettrodomestici, abbonamenti a internet veloce, motori marini e una serie di prodotti industriali come rimorchi, gru per l’edilizia, inverter e motori elettrici industriali, tutti a basso impatto ambientale. Ma per gli interessati sarà una lotta contro il tempo: gli incentivi andranno infatti avanti fino all’esaurimento del fondo da 300 milioni varato con il decreto del governo, e comunque non oltre il 31 dicembre.
Il governo calcola già che gli acquisti saranno circa un milione e 150 mila. Un numero che, ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, «contribuirà a rilanciare i consumi e a rafforzare la crescita economica in questa fase di ripresa ancora lenta e intermittente».
L’ottimismo del governo non è però del tutto condiviso dagli industriali che anzi chiedono un allargamento dei settori interessati: «In un Paese che per problemi di debito pubblico non ha avuto di fatto un pacchetto di stimolo, i mezzi a disposizione sono pochi – ha denunciato la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia – e soprattutto sono rimasti fuori alcuni settori fondamentali della nostra economia come il mobile-arredo». Appello colto al balzo dal Codacons che incita provocatoriamente il governo ad «aggiungere uno zero», portando lo stanziamento da 300 milioni a 3 miliardi di euro. Lo stanziamento di «è talmente esiguo che non solo non servirà a rilanciare l’economia del Paese, ma non riuscirà nemmeno a dare fiato ai settori incentivati».
Gli incentivi, sottolinea l’associazione, «devono essere senza tetti, indipendenti dalla classe energetica, pari al 30% del prezzo di acquisto e per un numero maggiore di prodotti. Che senso ha, infatti, – si chiede il presidente Carlo Rienzi – incentivare l’acquisto delle lavastoviglie, ma non anche delle lavatrici o dei frigoriferi?» «Resta poi inalterato il problema di fondo. – conclude il Codacons – Se secondo l’Istat le vendite al dettaglio dei prodotti alimentari sono diminuite a gennaio 2010 dell’1% rispetto a dicembre 2009 e del 3,3% rispetto allo stesso periodo del 2009, allora o il Governo inizia a dare incentivi pure per l’acquisto della pasta o si decide finalmente a fare una politica dei redditi, difendendo pensioni e stipendi dall’aumento reale del costo della vita».

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