Effetto ripartenza nei menu: prezzi più alti in ristoranti e lidi
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- Quotidiano di Puglia
Paolo CONTE Rincari nei menu dei ristoranti: il primo effetto della ripartenza è sui prezzi. A Lecce, nel cuore della Movida, ma anche nei principali centri della costa: Gallipoli e Otranto su tutti. Prima le segnalazioni (e molte lamentele rimbalzate), ora il tam tam che diventa testimonianza raccolta all’uscita dei locali. «Abbiamo pagato oltre 35 euro per semplici due primi piatti e una bottiglia d’acqua. I prezzi del menu sono saliti e siamo rimasti abbastanza scottati»: le prime parole sono di Antonio Cocciolo e Oronza Campanile all’uscita di un noto ristorante di Lecce. Fanno vedere lo scontrino e la “sorpresa” diventa lamentela: «Un rincaro del tariffario che non ci aspettavamo, anche a scorrere gli altri prezzi». Secondi piatti aumentati di 3-4 euro rispetto al solito, anche antipasti più cari. L’aumento dei prezzi riscontrato dai clienti giunge all’alba della stagione estiva e ai primi vagiti del rilancio delle attività di ristorazione dopo il lungo, lunghissimi periodo di grigiore caratterizzato dalla pandemia. Malumori che hanno fatto il paio con le parole di Marco Anastasia all’uscita di un altro ristorante del capoluogo: «Se i prezzi hanno già subito un’impennataimpennata, cosa succederà a luglio e ad agosto quando ci sarà il pienone? Lo scorso weekend ho cenato in un posto dove ho speso 18 euro per un secondo, molto di più di quanto, per lo stesso piatto, ho speso un anno fa. E posso garantire che era roba congelata. È inammissibile dopo tutto quello che abbiamo attraversato in questo periodo. Forse, gli effetti del Covid hanno generato il solito fenomeno speculativo, ma bisogna fare attenzione a non far fuggire i consumatori». Le associazioni dei consumantori di mezza Italia – Codacons, Adoc e altre – avevano lanciato l’allarme già da qualche settimana mettendo insieme una serie di fattori: dal rincaro delle materie prime (oggettivo in alcuni comparti)a qualche manovra, per così dire, speculativa per recuperare sui coperti ridotti rispetto al pre-pandemia. “Fotografia” confermata anche nel Salento: dalle località marine più rinomate al centro della città i clienti hanno constatato un rialzo nei prezzi. Ritocchi che pesano nelle tasche dei clienti spesso già costretti a fare i conti con la crisi generata dall’emergenza sanitaria. Nel mangiare,ma anche nel bere. «Ho pagato un cocktail 12 euro e credo sia una cifra fuori da ogni logica – racconta Luca De Carlo ancora da Lecce- e non ci sarà una prossima volta. Anche alcuni miei amici hanno lamentato lo stesso problema. Comprendo che il settore è in difficoltà, ma non è questa la strada giusta per riemergere».I giudizi con segno negativo si rincorrono anche per le vie del centro storico. «Gli stessi antipasti che ordinavamo l’anno scorso e due anni fa nel medesimo locale, adesso sono diventati piatti poveri e scarni – dicono Gennaro e Giuseppina Sistenti, fratello e sorella- e se non alzano i prezzi calano la quantità o la qualità degli alimenti. Forse, si cerca di speculare sui clienti per rientrare dei mancati guadagni di quest’annoanno, ma alla lunga questa strategia penalizzerà il turismo». Certo, non tutti la pensano in questo modo, ma i commenti negativi – dai prezzi dell’antipasto al dessert – superano le aspettative. Più diffusi di quanto i si aspettasse.E anche nei lidi balneari che fanno ristorazione e in alcuni bar di della costa i mugugni non mancano: «Gli alcolici sono più cari e stiamo ancora a giugno – dice un altro cliente a Galllipoli – e con questi rincari non tutti potranno permettersi di consumare sotto l’ombrelloneombrellone». Menu lievitati anche secondo il giudizio di un turista francese che, per il secondo anno consecutivo, villeggia in zona Otranto: «Lettini e ombrelloni hanno gli stessi prezzi, ma i costi dei servizi di ristorazione sono lievemente aumentati. Non avrei alcun motivo per dire il contrario. Fortunatamente, posso godermi la bellezza di questo mare in periodi di bassa stagione».
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