Ecco i colossi salva-Iva “I prezzi non saliranno”
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fonte:
- Gazzetta dello sport
Ma il 35% dei negozi ha cambiato i listini già nella giornata di ieri. E Fini attacca: «Scelta molto rischiosa»
Tutto più caro. O quasi. Da ieri l’ Iva dei prodotti al 20% è infatti salita dell’ 1%, come stabilito dalla manovra. Una mossa che per la Confesercenti graverà sul 70% delle famiglie, visto che i prodotti in questione sono beni e servizi a largo consumo: dall’ automobile alle parcelle di avvocati e commercialisti, dall’ abbigliamento alla benzina, fino a detersivi, bollette elettriche, vacanze e palestra. Il rischio di spaventare i consumatori italiani, già piuttosto terrorizzati dall’ ultima stretta fiscale e da una crisi economica che va avanti da anni, è alto. Ieri lo ha sottolineato anche il presidente della Camera Fini, che ha definito l’ aumento dell’ Iva «una scelta che rischia di congelare ancor di più i consumi». Il 35% dei negozi, secondo la Codacons, ha alzato i prezzi già ieri, ma c’ è chi ha fatto scelte diverse, decidendo di fatto di accollarsi l’ aumento dell’ Iva senza toccare i propri listini. Controcorrente La catena di abbigliamento Zara si è addirittura mossa in anticipo e già alcuni giorni fa ha fatto sapere che non avrebbe aumentato i prezzi dei suoi capi. Rimanendo nello stesso ambito, oggi anche chi compra da Stefanel e Benetton non ha avuto brutte sorprese. Spiega Alessandro Benetton: «Si tratta di un modo dare un contributo concreto alle famiglie italiane e contrastare con flessibilità e innovazione il calo dei consumi». Stessa scelta controcorrente per alcune grandi catene come Esselunga e Crai, che almeno fino a fine anno ha bloccato i prezzi di tutti i suoi prodotti. Anche Carrefour sta valutando l’ opportunità degli aumenti, esattamente come Ikea, che per quanto low cost potrebbe vedere i prezzi di divani e cucine crescere non poco. Per questo weekend non ci saranno rincari, poi si vedrà. Resta il fatto che quest’ 1% in più, secondo la Cgia di Mestre, costerà a una famiglia di tre persone 92 euro l’ anno: 32 per i trasporti (carburanti, mezzi di trasporto, ticket per bus/treni e voli aerei); 18 per mobili, elettrodomestici, abbigliamento e calzature; 12 per effetti personali, servizi ai minori e agli anziani, assicurazioni, cura della persona; 6 per le comunicazioni (servizi postali, apparecchi e servizi telefonici); 5 per giochi, cultura e tempo libero. RIPRODUZIONE RISERVATA.
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