15 Giugno 2019

«È un’ amministrazione dei divieti» ma il Codacons plaude il no al fumo

l’ associazione dei consumatori pronta a denunciare per inquinamento i comuni che non seguiranno alba
LA POLEMICA ALBA ADRIATICA L’ ordinanza è nota: dal 1°luglio ad Alba non si potrà più fumare in spiaggia. E tra i confini regionali non si parla d’ altro visto che si tratta del primo caso. Ma, nonostante l’ opinione pubblica, come accade spesso in questi casi, si divida tra favorevoli e contrari, Alba rischia di fare da apripista per gli altri 18 Comuni della costa abruzzese. I contrari Da una parte coloro che affermano: «Questa è l’ amministrazione dei divieti, da quelli di accesso dei cani negli spazi e nelle aree pubbliche, al divieto di giocare a pallone in piazza, adesso all’ obbligo di non fumare in spiaggia». Dall’ altra e non sono pochi invece coloro che sposano in pieno le ragioni alla base dell’ ordinanza: quella legata alla salute, per limitare il fumo passivo sotto gli ombrelloni, ambientale, per ridurre l’ abbandono dei rifiuti, turistica, con l’ obiettivo di migliorare il decoro e l’ immagine della località. Tra i favorevoli c’ è il Codacons che vuole che il divieto di fumo in spiaggia diventi una regola. Alba, infatti, è in buona compagnia visto che ordinanze di questo tipo ce ne sono anche a Cesenatico, Ladispoli, Bibione, San Benedetto, San Cesareo, Anzio e Ponza, ma è evidente che la situazione a macchia di leopardo crei disparità di trattamento. Ed è quanto rileva anche il Codacons nonostante sia pronto ad una vera e propria battaglia legale per far firmare ai sindaci ordinanze come quella di Alba. E se non verrà fatto «denunceremo nei prossimi giorni si legge in una nota i Comuni per concorso in inquinamento e in danneggiamento aggravato al patrimonio naturale». L’ associazione dei consumatori ha anche presentato una diffida ai prefetti perché il divieto di fumo in spiaggia diventi una regola in tutta Italia. «Mentre è alta l’ attenzione sul fronte plastica prosegue la nota sulla questione del fumo in spiaggia la situazione è a macchia di Leopardo e crea incertezze tra i cittadini e disparità di trattamento. E’ innegabile che non è stato fatto ancora abbastanza per tutelare la salute dei bagnanti dai rischi connessi al fumo o per difendere l’ ambiente. Perché nella maggior parte delle spiagge non vige alcun divieto». Quella di Alba ricordano il sindaco Antonietta Casciotti e l’ assessore all’ ambiente Nicolino Colonnelli è stata una scelta non improvvisata ma che viene da lontano. «Abbiamo iniziato a parlarne con i cittadini ma soprattutto con i titolari degli stabilimenti balneari già a febbraio dicono trovando massima collaborazione. Gli stessi operatori balneari si occuperanno della parte pubblicitaria attraverso manifesti e avvisi». Il divieto di fumo, dunque, entrerà in vigore il primo di luglio e interesserà tutto l’ arenile albense, sia le spiagge private che quelle pubbliche, ma anche lo specchio di mare di competenza comunale, quindi fino a 200 metri dalla riva, e altri luoghi del litorale, come la pineta di Villa Fiore. I dettagli L’ ordinanza vieta anche di gettare a terra i prodotti da fumo, quindi soprattutto i mozziconi delle sigarette, negli stessi luoghi e su tutto il territorio comunale. Salate le multe: la violazione dell’ ordinanza è punita con sanzioni amministrative che vanno da 25 a 500euro. In questi giorni Comune e privati stanno predisponendo le aree destinate ai fumatori all’ ingresso delle spiagge. E’ stata rinviata al prossimo anno, invece, l’ altra proposta che vieterà l’ ingresso in spiaggia di oggetti di plastica, come buste, piatti, posate e bicchieri di plastica. Davide Crisci © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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